Ripartenza

"Gestire la ripartenza senza che nessuno rimanga indietro"

Fondi europei e crisi sanitaria, la sfida più importante - Il parere di Enrico Mazzino

"Gestire la ripartenza senza che nessuno rimanga indietro"
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Fondi europei e crisi sanitaria, ne parliamo con Enrico Mazzino, economista sanitario e docente universitario.

Ripartenza

"La Commissione Europea - dice Mazzino - ha deciso di rilanciare sulla proposta di Recovery Fund avanzata solo pochi giorni fa da Emmanuel Macron e Angela Merkel. Il piano franco-tedesco prevedeva l'emissione di titoli di debito comune, garantiti dal bilancio dell'Unione europea per 500 miliardi di euro e di veicolare le risorse verso i Paesi in difficoltà sotto forma di trasferimenti e non di prestiti come fino ad oggi preferito dai sostenitori dell'approccio frugale".

La Commissione propone sostanzialmente di aumentare l'importo fino a 750 miliardi, aggiungendo ai 500 miliardi di trasferimenti ulteriori 250 di prestiti a tasso agevolato e a lunga scadenza.

"Considerando l'adeguamento del bilancio 2021-27, si arriverebbe complessivamente a 1.850 miliardi di euro - evidenzia Mazzino -. I due elementi fondamentali della proposta, in piena coerenza con quanto inizialmente avanzato da Francia e Germania, sarebbero da un lato l'apertura verso l'emissione di una quantità rilevante di titoli garantiti dal bilancio comune (cosiddetti Eurobond), dall’altro l'esplicita previsione di trasferimenti verso i Paesi in difficoltà al posto dei prestiti che costituivano la preferenza della linea "frugale" nella quale si collocava anche la Germania".

Questi punti secondo l’economista chiavarese risultano particolarmente rilevanti per i Paesi con le finanze pubbliche più deboli come l'Italia "perché consentirebbero di ottenere una parte delle risorse utili al processo di ricostruzione post emergenza sanitaria senza far crescere in modo insostenibile il proprio debito pubblico.

Gli italiani temono molto la situazione economica personale e del Paese, non a caso il Focus de l’Osservatorio Mensile Findomestic di maggio, realizzato dalla Società di credito al consumo del gruppo BNP Paribas in collaborazione con Eumetra, ha rilevato come il 41% degli intervistati sia preoccupato per i redditi della propria famiglia e il 56% per la tenuta del Paese, mentre si ferma al 32% la percentuale di quanti si sono detti molto preoccupati per la salute anche in conseguenza del calo dei contagi registrato nell’ultimo periodo".

Altro elemento fondamentale è il carattere di trasferimento netto dai Paesi più "forti":

"Al bilancio della UE si contribuisce in proporzione al proprio prodotto interno lordo (dunque, ad esempio, la Germania versa un importo maggiore dell'Italia), inoltre le risorse verranno allocate in base alle necessità e ai danni subiti dall'emergenza sanitaria, quindi verosimilmente l'Italia riceverà più della Germania e, forse, più di tutti gli altri Paesi".

"La proposta sul Recovery Fund avanzata dalla Commissione Europea che, sommando il bilancio aggiornato 2021-2027 arriva a stanziare circa 1.850 miliardi, si aggiunge alle altre misure di emergenza introdotte nella fase più acuta della crisi - continua Mazzino -. Queste misure includono: il programma SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency) di sostegno contro la disoccupazione del valore di circa 100 miliardi; il PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) avviato dalla Banca Centrale europea per 750 miliardi, al quale si aggiunge la misura straordinaria di acquisto di obbligazioni con ‘rating non investment grade’; una linea di credito straordinaria del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) per spese sanitarie fino al 2% del Pil; garanzie straordinarie emesse dalla Banca Europea per gli Investimenti fino a 200 miliardi".

La crisi sanitaria ha colpito molto duramente tutti i Paesi Europei, anche se alcuni presenteranno un calo della crescita economica maggiore rispetto ad altri.

"A mio avviso, oggi - conclude Mazzino - la sfida più importante consisterà nel riuscire a gestire in modo efficace la ripartenza senza che nessuno rimanga indietro e la proposta della Commissione Europea costituisce un passo importante lungo questa direttrice".

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