Tamponati con la moto in autostrada - "Mi sono detto: è finita"
Parla Paolo Parigi, coinvolto col figlio (calciatore del Sestri) in un terribile incidente in A12

A volte l’esito di una partita si decide in una frazione di secondo. Sui campi di calcio, segnando il gol decisivo, ma anche su una corsia di asfalto, se si tratta della partita della vita col proprio destino.
L'incidente
Lo sanno bene Paolo Parigi e il figlio Nicolò, quest’ultimo diciottenne calciatore da poco in forza al Sestri Levante in Serie D (con esperienze precedenti tra le fila delle giovanili della Virtus Entella e nella Berretti con la Pro Patria). I due, residenti a Recco, sono stati coinvolti giovedì 17 settembre, alle 17:30 circa, in un incidente lungo l’autostrada A12: stavano percorrendo il tratto tra Chiavari e Rapallo, in direzione Genova, quando lo scooter sul quale si trovavano è stato tamponato da una BMW 225xe. Serie le ferite riportate da padre e figlio a causa del violento impatto: per loro è scattato il trasferimento in codice rosso all’ospedale San Martino di Genova. Nicolò è stato dimesso venerdì scorso: ha un labbro e cinque denti rotti, abrasioni su varie parti del corpo e una ferita alla testa medicata con dieci punti di sutura. Paolo è ancora in ospedale: ha sei costole rotte e due vertebre incrinate.
Raggiunto telefonicamente dal Nuovo Levante, Paolo Parigi rammenta quei drammatici momenti.
"Stavamo rientrando a casa, dopo l’allenamento di Nicolò - dice -. Viaggiavamo sulla corsia di destra, a velocità moderata: dietro di noi c’era un grosso camion. A un certo punto proprio questo camion è stato superato da un’auto: quest’ultimo mezzo, rientrando dal sorpasso in accelerazione, ha colpito violentemente la parte posteriore del nostro scooter. Per l’impatto abbiamo immediatamente perso i caschi che indossavamo, nonostante fossero allacciati, e siamo svenuti entrambi ricadendo sull’asfalto. Dai rilievi della Polizia è emerso che io e mio figlio abbiamo strisciato sull’asfalto per una settantina di metri. Quando ho ripreso conoscenza, ho provato ad avvicinarmi a Nicolò: era immobile, con la faccia a terra e il sangue che usciva dalla ferita alla testa. Mi sono detto “Basta, è finita”: pensavo davvero che fosse morto. Poi, però, si è ripreso: ha parlato, ha alzato il pollice di una mano per indicarmi che aveva riacquistato i sensi. Alcuni automobilisti, tra cui una volontaria della Croce Rossa, si sono fermati e ci hanno prestato i primi soccorsi, poi sono arrivate le ambulanze. Ripensandoci, poteva andare molto peggio: il camion avrebbe potuto schiacciarci o avremmo potuto riportare ferite più gravi, mortali. Siamo stati miracolati".
La persona alla guida dell’auto ha confermato alla Polizia la dinamica dell’incidente. Ora padre e figlio devono guardare avanti, verso l’obiettivo di una veloce guarigione. Soprattutto Nicolò: il campionato del Sestri Levante è partito senza di lui che dovrà affrontare operazioni chirurgiche e una riabilitazione. Ambisce a diventare un calciatore professionista e aveva accettato la sfida di concludere il suo percorso di studi a indirizzo scientifico-sportivo frequentando due anni in uno all’istituto “A. Manzoni” di Chiavari. Non deve rinunciare ai suoi sogni: i compagni di squadra e di scuola lo stanno aspettando.