L'auto incendiata a Belpiano era dell'ex gestore dell'Oasi, si sospetta il dolo
La Punto bruciata nella notte era di don Mario Pieracci, che ha guidato il centro d'accoglienza per migranti sino a pochi mesi fa: i carabinieri indagano sulla possibile origine dolosa
Incendio a Belpiano, l'auto e la legnaia andate in fumo erano di don Mario Pieracci, ex gestore del centro di accoglienza per migranti.
Fiamme a Belpiano, ipotesi dolosa sotto verifica
I carabinieri indagano sull'incendio di questa notte avvenuto nell'area dell'Oasi di Belpiano a Borzonasca, in cui è andata bruciata un'auto ed una legnaia. Ambedue erano di proprietà di don Mario Pieracci, ex gestore del centro di accoglienza per migranti: don Mario era stato in passato già oggetto di critiche e minacce per il suo ruolo nell'accoglienza dei profughi a Borzonasca, tensioni che, non escludono i militari al lavoro nelle indagini, potrebbero essere l'eventuale movente del rogo. Si tratta tuttavia al momento di un'ipotesi in attesa dei riscontri tecnici, poiché non è ancora escluso le fiamme possano essersi generate da un corto circuito nella vettura stessa, una Fiat Punto che sarebbe stata molto vecchia. Da fine ottobre scorso, del resto, alla guida dell'Oasi don Rinaldo Rocca, presidente del Villaggio del Ragazzo, è succeduto a don Pieracci. Sulla vicenda gli accertamenti sono guidati dai carabinieri di Borzonasca e della compagnia di Lavagna.