Il paese  piange Diego Arata "U Rue": aveva 85 anni

Icona della vallata, a colpi «di picco e pala» aveva realizzato l’acquedotto che scende dal Ramaceto

Il paese  piange Diego Arata "U Rue": aveva 85 anni
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Il paese  piange Diego Arata  "U Rue": aveva 85 anni. Icona della vallata, a colpi «di picco e pala» aveva realizzato l’acquedotto che scende dal Ramaceto.

Si era meritato il soprannome "rue" (quercia) per la sua forza

La "rue" nel nostro dialetto è la quercia. Una pianta robusta, che sa attraversare i secoli. Simbolo del vigore e della resistenza fisica. E Diego Arata, di Orero, si era meritato questo soprannome per la sua forza, la resistenza alla fatica, la capacità di fare in poco tempo lavori molto impegnativi. Come quello dello scavo per la tubazione dell'acquedotto che scende dalle pendici del Ramaceto, fatto praticamente da solo, negli anni '80, con piccone e pala, per portare l'acqua in paese.  Ora, nonostante il suo fisico fosse aduso alle fatiche, "U Rue" se n'è andato, a 85 anni, silenziosamente, come silenziosamente ha trascorso la vita.

Con lui se n'è andata una vera memoria storica

Con lui se n'è andata una vera memoria storica, perché nessuno come lui , cacciatore e fungaiolo, conosceva bene la montagna che si eleva alle spalle di Orero e degrada verso la val d'Aveto con quella maestosa e vasta selva di faggi che nasconde chissà quanti segreti.  Questa montagna, il Ramaceto, era la sua meta quotidiana nella stagione dei funghi, e la partenza da casa avveniva molto prima dell'alba, tutto a piedi naturalmente,  per essere nel bosco già alle prime luci. Del Ramaceto conosceva luoghi, nomi e confini come nessuno e più volte ha potuto mettere a disposizione di altri le sue conoscenze.

Conosceva tutto del suo territorio, anche le piccole cose

D'ora in poi sarà più difficile cercare di capire certe cose, come ad esempio le denominazioni diverse attribuite allo stesso luogo dagli abitanti degli opposti versanti del monte. Lui solo sapeva che "Cian da lunn-a", un ripiano chiamato così dalla gente di Orero e Lorsica, per quelli di Acero era "U runcu da sèrva". Tanto per citare un caso. Non si era mai sposato, viveva solo, recentemente per motivi di salute era ospite nella casa della sorella a San Salvatore dei Fieschi dove è deceduto nella mattinata di giovedì 18 gennaio. I  funerali nella chiesa di Sant'Ambrogio di Orero il giorno dopo, venerdì 19, con larga partecipazione della comunità locale.

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