Andrea Bernardin fa un passo indietro

«Ho sbagliato ad appoggiare Donadoni»

Andrea Bernardin fa un passo indietro
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Santa Margherita Ligure si prepara per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale. Fra candidature ufficiali e presunte, nomi e ipotesi, chi sicuramente non sarà protagonista è Andrea Bernardin, presidente del Comitato Festa della Primavera, ex assessore nella giunta De Marchi, nel 2014 eletto con la lista Donadoni ma poi passato all’opposizione con il suo gruppo La Voce della Città.

Le dichiarazioni

"Dopo una lunga ed attenta riflessione, ho deciso di fermarmi un giro e di non candidarmi in questa tornata elettorale – annuncia lo stesso Bernardin -. Sono stato combattuto fino all’ultimo, indeciso, so che potrei dare ancora tanto a questa città, alla mia città, ma la delusione per aver appoggiato la Giunta Donadoni ed avere contribuito in maniera determinante alla sua vittoria, il senso di colpa verso di voi, amici cari, non mi permette di affrontare con sufficiente serenità la campagna elettorale in prima linea".

Bernardin “attacca” Donadoni e tende la mano, seppur esternamente, ai suoi colleghi di opposizione:

"Appoggerò, da fuori, la lista Progetto Santa Insieme-Marsano Sindaco cui, con un fraterno abbraccio, auguro una vittoria netta che permetterà di risollevare una Santa Margherita morente in quanto, da un Donadoni bis, avrebbe un irreversibile e definitivo colpo di grazia. Nel 2014, cinque anni fa, con gli amici di Gente per Santa, decidemmo per un cambio generazionale e chiedemmo all’avvocato Paolo Donadoni di candidarsi alla guida della città. Ricordo ancora con emozione le sue lusinghiere parole che subordinavano l’accettazione della candidatura all’imprescindibile presenza in lista del sottoscritto. Vincemmo, felici di poter continuare un progetto iniziato 5 anni prima, rafforzando l’esperienza con l’innovativa freschezza della gioventù. Da subito quello che in campagna elettorale era stato un ottimo rapporto politico e personale, diventò idiosincratico e il Sindaco palesò verso di me quell’arroganza e presunzione che avrebbe, in seguito, dimostrato nei confronti dei cittadini. Fui costretto ad andarmene, a passare all’opposizione, non perché la promessa di un assessorato non fu mantenuta, quanto perché mi si rendeva impossibile lavorare per la mia città. Ho sempre espresso le mie idee, spesso in maniera dura, lo ammetto, ma senza mai mancare in correttezza e rispetto".

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