Spari nella notte a Lavagna contro un gruppo di ecuadoriani

Spari nella notte a Lavagna contro un gruppo di ecuadoriani
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Spari nella notte, caccia all'uomo.

Sarebbe un giovane nordafricano l'autore degli spari nella notte rivolti ad un gruppo di sudamericani

Un uomo armato, con il viso coperto dal cappuccio di una felpa, ha sparato quattro o cinque colpi di pistola nella notte tra sabato 12 e domenica 13 agosto, attorno alle 4:30, contro un gruppo di ecuadoriani che stava dormendo alla foce del fiume Entella, sponda sinistra, in via dei Devoto a Lavagna.
I proiettili hanno colpito e danneggiato le automobili dei latino americani parcheggiate poco distanti. Fortunatamente non ci sono stati feriti.
L’allarme è stato lanciato dagli stessi sudamericani con alcune telefonate effttuate al 112. Le indagini sul fatto sono state avviate dai carabinieri della Compagnia di Sestri Levante e della stazione di Lavagna.
Inizialmente fra le ipotesi avanzate per spiegare il gesto, un raid di matrice razzista o il gesto intimidatorio di un abitante della zona esasperato dal continuo bivacco degli ecuadoriani che nella stagione estiva, per fare il bagno, occupano il greto del fiume Entella trasformandolo in un vero e proprio campeggio abusivo.

Ma dagli interrogatori effettuati dai militari alle due famiglie di sudamericani, emerge un identikit totalmente inaspettato. Secondo quanto è emerso dalle forze dell’ordine, infatti, si tratterebbe di un ragazzo o un uomo con meno di 30 anni, di origine nordafricana. Addosso aveva una felpa con il cappuccio che portava in testa e un paio di bermuda, sul volto il pizzetto e una leggera stempiatura dei capelli.
Secondo i Carabinieri l’uomo descritto dalle due famiglie latino americane potrebbe essere lo stesso che un mese e mezzo fa aveva sparato di notte tre colpi di pistola, sempre in via dei Devoto, dal sottopassaggio che si trova di fronte ai cantieri Sangermani. Quella volta contro un camion, un Iveco, di proprietà di una ditta di Genova che si occupa di installazione di isolanti termici.
In quella occasione i finestrini delle due portiere erano state trapassate da un proiettile. Un solo un bossolo, per terra. Nessuna traccia di sangue. E negli ospedali non erano stati registrati ingressi di persone con ferite d’arma da fuoco.

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