2014-2024, 10 anni dall'alluvione di Chiavari
Nel numero in edicola uno speciale di due pagine dedicato non solo ai ricordi, ma anche alle storie di rinascita. Vi riproponiamo un articolo dell'epoca relativo alla "discarica dei ricordi"
2021-2024: sono già passati dieci anni dall'alluvione che mise in ginocchio Chiavari. Non bastano dieci anni per dimenticare quella notte. Quella di lunedì 10 novembre 2014 era stata una giornata piovosa ed era stato diramato il livello massimo di allerta meteo, l’allerta 2, così come era chiamata all’epoca. Da settimane sul Tigullio e l’entroterra si erano verificate svariate precipitazioni, con fiumi e torrenti carichi d’acqua ed un terreno ormai saturo. Alla sera l’ennesima forte precipitazione della giornata. Decisamente violenta e intensa: il torrente Rupinaro e il fiume Entella non hanno più retto e durante la serata sono iniziati ad uscire dai loro argini. Alle prime ore di quella serata allagamenti e criticità si sono registrati in Val Fontanabuona ed in particolare a San Colombano Certenoli, con l’esondazione del torrente Lavagna. Una giornata storica per la cittadina, che ha toccato tantissime persone: nel numero che trovate in edicola sino mercoledì, Il Nuovo Levante ha dedicato uno speciale di due pagine, con non solo ricordi, ma anche storie di rinascita.
Oggi vi riproponiamo un articolo uscito sul nostro settimanale nel 2014, relativo alla collina di rifiuti che si venne a creare in Colmata a mare nei giorni successivi all'alluvione, con gli oggetti ormai inutilizzabili dall'alluvione che aveva allagato cantine e garage.
La discarica dei ricordi
(articolo de Il Nuovo Levante- 2014)
Chiavari, 2014. C'è una nuova collina affacciata sul mare, non è fatta né di terra né di erba, ma di rifiuti. Qualcuno l'ha soprannominata la "discarica dei ricordi" perchè qui si stanno accumulando tutti gli scarti delle cantine e dei garage segnati dall'ultima alluvione. 4mila tonnellate di spazzatura, almeno, composta da mobili, libri, vecchi giocattoli. Cartoline piegate dall'acqua, strumenti musicali infangati, dischi da buttare. Alberelli e palline di Natale sporchi. Piccoli tesori che fino all'altro giorno giacevano silenziosi in cantina. E che ora riemergono dal fango. Tra i rifiuti ammucchiati in Colmata compare persino una navicella spaziale, probabilmente una giostra per bimbi. I ricordi abbandonati dei chiavaresi, prima personali e oggi collettivi, dopo i giorni di paura, sono tutti qui: e un grande silenzio assordante è interrotto ogni tanto dal rumore di qualche rifiuto che scivola dalla collina, perchè qualcuno tenta, a turno, di scavarcarla, alla ricerca di un oggetto. Non sono pochi, infatti, coloro che arrivano per recuperare qualcosa: c'è chi carica il salvabile - tavole da surf, sci, libri - in un furgone, forse potrà rivenderli. Chi invece ricerca oggetti del suo magazzino.
«Durante il caos ho buttato tutto, magari ritrovo qualcosa» si giustifica una signora. Chi con timore butta una Bibbia: «Ha un sacco di anni, ma è piena di fango. Amen».
C'è un'atmosfera da guerra, e se ami un pò Chiavari non ti può venire il cuore in gola a vedere scene del genere. Se il caruggio sembra lentamente rinascere, qui il tempo scorre lento e desolato. E il dolore dell'alluvione è davanti ai tuoi occhi, tangibile, rivive negli oggetti abbandonati e infangati. Le persone si mimetizzano con i rifiuti, un anziano con le mani dietro la schiena fissa per ore l'incredibile quantità di oggetti ammassati: tante cose si potrebbero recuperare, ma non c'è tempo o non c'è voglia.
«Prevediamo di smaltire questa collina in un mese e mezzo - prevede il vicesindaco Sandro Garibaldi -, le persone continuano a portare il materiale alluvionato di cantine e garage. Non solo chiavaresi: ci sono numerosi milanesi che sono venuti in città dopo i giorni più critici dell'alluvione e stanno svuotando solo ora i magazzini».
A compattare i rifiuti ci pensa la ditta Costa Mauro, già appaltata con il Comune. «Ma per trasferire l'enorme quantità di materiale e velocizzare i tempi contiamo di affiancarla ad un'altra ditta - continua Garibaldi - l'ufficio tecnico comunale ha già predisposto un appalto, la ditta del territorio che offrirà meno si aggiudicherà i lavori». I rifiuti della "collina dei ricordi" sono destinati poi alla discarica del Rio Marsiglia: almeno quattro viaggi al giorno, e ogni volta 15, 20 tonnellate di scarti trasportati. Preoccupa anche l'ingente quantità di legname nella spiaggia accanto: «E' possibile che verrà bruciato» conclude il vicesindaco.
Finchè la "collina dei ricordi" non scomparirà, è un'emergenza rifiuti a cielo aperto.
Claudia Sanguineti