L’appuntamento

Anpi Chiavari ricorda il 12 maggio 1944: “La guerra non cura, uccide”

Lunedì 12 maggio saranno trascorsi 81 anni dal bombardamento che causò 83 vittime civili

Anpi Chiavari ricorda il 12 maggio 1944: “La guerra non cura, uccide”
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Chiavari si prepara a commemorare uno degli eventi più tragici della sua storia recente: il bombardamento del 12 maggio 1944, quando 37 aerei del 456th Bomb Group dell’aeronautica militare statunitense sganciarono 93 tonnellate di esplosivo sulle città di Chiavari e Lavagna, provocando la morte di 83 civili, tra uomini, donne e bambini. A ottantuno anni di distanza, la sezione chiavarese dell’ANPI – dedicata a Paolo Castagnino “Saetta” – organizza un momento di memoria e riflessione in piazza Roma.

La giornata

L’appuntamento è fissato per lunedì 12 maggio: dalle 9 del mattino sarà allestito un punto informativo accanto alla lapide che ricorda le vittime del bombardamento. Alle 9:42 in punto, ora esatta dell’attacco, si osserverà un minuto di silenzio. Saranno esposte fotografie che raccontano i volti della guerra del secolo scorso, e distribuiti volantini e questionari per raccogliere pensieri e testimonianze da parte dei cittadini.

“Perché ricordare?”…La risposta è chiara: perché la guerra è tornata di tragica attualità. Non solo nei notiziari, ma nelle scelte politiche che destinano sempre più risorse alle spese militari a scapito di sanità, scuola e servizi sociali.

“Non esistono bombe intelligenti né guerre giuste. La guerra è un gioco che nessuno può vincere. L’unico modo di vincere è non giocare”, afferma l’associazione citando le parole di Gino Strada.

L’ANPI chiavarese vuole anche fare chiarezza su un errore storico ancora molto diffuso: a bombardare Chiavari non furono i tedeschi, ma gli Alleati. Un gesto che dimostra come, in ogni conflitto, non esistano veri “buoni” o “cattivi”, ma solo violenza, morte e crimini di guerra.

In un’epoca in cui i conflitti si moltiplicano e il dibattito sulla pace sembra sempre più marginale, l’iniziativa dell’Anpi si pone come un invito alla coscienza collettiva.

“Come le malattie letali, la guerra deve essere prevenuta e curata. La violenza non è la medicina giusta: non cura la malattia, uccide il paziente”, citando nuovamente le parole di Gino Strada.

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