Asl4, il teatro dell'assurdo. Parla il sindacato
"Lavoratori e i cittadini stanno “aspettando Godot” che come copione vuole non arriva"

Il teatro dell’assurdo di Samuel Beckett: Assunzioni, assunzioni, assunzioni. Rinnovo contratti. Parla il sindacato con la voce di Alberto Alpinisti RSU FP CGIL.
"Nel PNRR si prevede l’ammodernamento strutturale e tecnologico degli ospedali e il rafforzamento della sanità territoriale, in proposito si parla di “Case” e “Ospedali di Comunità”. Si presume che anche il nostro territorio ne sia coinvolto, quello che rimane un mistero è comprendere come si intenda dare corso all’ambizioso PNRR senza personale. Oltre a ciò, il peso del rischio di un ulteriore impoverimento degli organici nei prossimi anni nel caso in cui i numerosi lavoratori vicini alla pensione non vengano sostituiti. Lapalissianamente per far funzionare l’assistenza domiciliare e gli ospedali serve personale adeguatamente formato allo scopo, personale che non può essere finanziato con i soldi del PNRR, ma va inserito sotto la voce della spesa corrente. In Italia per raggiungere gli standar europei sarebbero necessari 170 mila infermieri.
La Liguria, in termini di occupazione paga più di altre le conseguenze dello spezzatino (regionalismo) sanitario. I dati sono impietosi e ci segnalano che dal 2010 al 2019 si è passati da 21.469 operatori sanitari a 15.048, cioè una diminuzione di 6.421 dipendenti, pari al 30%, la più alta in Italia la cui media è ferma a un -6,6%. Una realtà, già nel 2019, da codice rosso. Poi è arrivato il coronavirus e il vaso di Pandora si è aperto rivelando la grave inadeguatezza degli organici e non solo quella, poi è arrivata la variante Delta e la situazione è precipitata, poi Omicron e contemporaneamente il progetto RESTART con gli organici ridotti all’osso, stremati fisicamente e psicologicamente dopo 2 anni di pandemia, con molti operatori sanitari contagiati, logorati da ripetuti straordinari e rientri fin troppo frequenti.
Va altresì tenuto in debito conto che, al di la di chi soffia sul vento dell’ottimismo che vuole la Pandemia giunta a fine corsa, dubitare è lecito, nella fattispecie persino auspicabile. Sicuramente possiamo affermare che siamo ancora alle prese con sciami di varianti a cui piace emigrare così come ampiamente previsto. Sul numero del 9 dicembre di “Nature” apprendiamo che “la pandemia da covid-19 non finirà finché l’equità vaccinale sarà tenuta ai margini del dibattito internazionale: la pandemia durerà fino al 2023 e 2024, e dovremo conviverci per anni, con costi sanitari ed economici elevatissimi.” Tale contesto suggerirebbe prudenza e politiche sul personale bulimiche per cercare di recuperare il GAP prodotto in questi anni di definanziamento del SSN Pubblico a vantaggio del privato messe in pratica da Esecutivi e Giunte di ogni colore e “credo” politico.
Ormai da molto tempo i lavoratori attendono le assunzioni che non arrivano, attendono i concorsi, annunciati a spot, che non arrivano mai in porto, attendono dotazioni organiche adeguate che non arrivano, attendono turni di lavoro che consentano il recupero psicofisico che non arrivano. Aspettando Godot si potrebbe riassumere. Intanto gli operatori, come si usa dire, sono all’osso, stremati, demotivati, frustrati da carichi di lavoro inaccettabili che ostacolano l’applicazione delle buone pratiche assistenziali. Ci chiediamo a cosa servono i corsi di formazione e aggiornamento se poi non si assume il personale necessario ad applicare nel concreto quello che si è appreso, se non ad aumentare il senso di frustrazione. La situazione nei reparti è molto precaria e rischia di diventare esplosiva man mano che i lavoratori precari lasciano ASL4 per avvicinarsi al proprio domicilio, inoltre prossimamente ci sono in scadenza molti contratti di lavoratori assunti in somministrazione che andrebbero immediatamente rinnovati. A rischio c’è l’erogazione dei LEA, a rischio la sicurezza di operatori e degenti.
Non c’è più tempo da perdere, bisogna intervenire da subito. Ci chiediamo che fine hanno fatto le 130 assunzioni annunciate in occasione del Bando di concorso riservato agli infermieri attualmente sparito dai radar. Se i Dirigenti di ALISA non sono in grado di gestire un concorso lo lascino fare alle singole ASL, eviterebbero almeno che si blocchi tutto il SSR. Ci chiediamo cosa ancora si aspetti ad attivare un Bando concorsuale per assunzioni a tempo indeterminato, a stabilizzare il personale precario (OSS e IP), a rinnovare i contratti in scadenza almeno sino a fine anno, invece di insistere con Bandi di assunzione che incrementano il lavoro precario. Chiediamo invece a questa Regione e all’ASL4 se non sarebbe stato più lungimirante, invece di trasferire denaro pubblico ai privati investirlo per assumere nel pubblico a tempo indeterminato. A quanto ammontano i trasferimenti elargiti ai privati per la somministrazione dei vaccini e l’attuazione del progetto RESTART? Che senso ha definanziare il Pubblico a vantaggio del privato quando proprio la pandemia ha mostrato drammaticamente il disastro della gestione privata della sanità soprattutto nella Regione simbolo, la Lombardia?
Ma forse è più comodo e conveniente ricorrere a piene mani al lavoro precario e a contratti atipici, un contesto in cui i lavoratori oltre alle fatiche quotidiane si devono misurare anche con l’incertezza del futuro, condizione tipica del loro essere precari. Una gestione dei servizi fondata sul lavoro precario aggravata da contratti a breve scadenza.
Sembra impossibile che le Dirigenze di ASL4 e di ALISA non si rendano conto della gravità in cui versa l’assistenza, senza esagerare siamo in una fase che la si può definire emergenziale, c’è assoluta urgenza di assumere, assumere, assumere e scrivere la parola fine al precariato.
Intanto come nel teatro dell’assurdo di Samuel Beckett, i lavoratori e i cittadini stanno “aspettando Godot” che come copione vuole non arriva".