Lavoro

Cgil Tigullio e Golfo Paradiso: "Un 2024 complicato"

Il sindacato fa un bilancio dell'anno appena trascorso e traccia lo scenario per il 2024

Cgil Tigullio e Golfo Paradiso: "Un 2024 complicato"
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"Per migliaia di lavoratrici e lavoratori questo Natale non ha portato regali. Sotto l’albero, invece, hanno trovato incertezza, ansia, per molti una vera e propria disperazione. Perché a perdere il lavoro sono in troppi: assistenti di volo e giornalisti, operai e magazzinieri, informatici e contabili, traduttori e impiegati amministrativi". A parlare è la Cgil Tigullio Golfo Paradiso che fa un bilancio dell'anno appena trascorso e traccia uno scenario per il 2024.

"Ribadiamo che quella in approvazione è una legge di bilancio sbagliata - sottolinea la Cgil - che non risolve i problemi e peggiora una situazione già complessa per questo diciamo che la mobilitazione non si ferma.

La prima esigenza è aumentare strutturalmente i salari, il che vuol dire rinnovare i contratti nazionali di lavoro nel pubblico e nel privato. La riuscita dello sciopero dei lavoratori del commercio, del turismo e dei servizi, i cui contratti sono scaduti da quattro anni, solleva il legame fra bassi salari e caduta del potere d'acquisto. Allo stesso tempo occorre una vera riforma fiscale, la legge delega che il governo si è fatto votare non va bene: non combatte l'evasione, non allarga la base imponibile, non colpisce le rendite finanziarie e immobiliari. In
compenso, non riduce il peso impositivo su pensioni e salari.

Le risorse vanno prese dove sono, sui profitti e gli extra profitti, e destinate dove sono prioritarie, la sanità e
l'istruzione, gli investimenti sulla transizione energetica e ambientale. Sono i settori centrali dove, invece, si sta tagliando.

I numeri dicono che sono riusciti a peggiorare drasticamente persino la riforma Fornero. Le nuove
generazioni sono più precarie e non avranno più un sistema pensionistico. Non si può continuare a offrire a
giovani e donne una instabilità permanente fondata sulla deregolamentazione degli appalti, i voucher e la liberalizzazione dei contratti a termine.

Vediamo un 2024 complicato, con un'emergenza salariale grandissima con la gente che non ce la fa.
Vediamo segnali allarmanti con richieste di cassa anche sul manifatturiero, perché continua a mancare una politica industriale degna di questo nome.
Vediamo, in assenza di cambiamenti, una situazione pericolosa per chi lavora. Per questo la manovra non è
accettabile, come non lo sono le deleghe sulla contrattazione e sul fisco, e l'idea che il governo pensi di mettere
in discussione il diritto di sciopero ed i contratti nazionali.

Come buoni auspici per il nuovo anno, il segretario generale Maurizio Landini si augura che

“le persone abbiano la certezza di un salario dignitoso, un lavoro di qualità e il rispetto dei diritti civili e sociali. Solo così si può ricostruire la fiducia ed un rapporto con la politica e le istituzioni.

È Giorgia Meloni la persona dell'anno 2023? No, è Papa Francesco. Continua a essere l'unico che crede che un futuro ci possa essere solo se si cancella la guerra e l'unica battaglia è quella per la pace”.

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