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Cichero, dove la memoria brucia ancora viva

Cerimonia commemorativa ieri, sabato 19 luglio, nell’entroterra fontanina: fuoco e sangue nel luglio del 1944

Cichero, dove la memoria brucia ancora viva
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Nella quiete dei boschi dell'entroterra ligure, tra le case di pietra che ancora conservano le ferite del passato, la comunità di Cichero, frazione del Comune di San Colombano Certenoli, si è riunita ieri, sabato 19 luglio,  per ricordare una delle pagine più dolorose e allo stesso tempo più alte della Resistenza ligure.

17 luglio 1944, 81 anni fa

Era il 17 luglio 1944 quando le truppe delle SS, dopo aver fucilato sette giovani partigiani, misero a ferro e fuoco il paese. Un gesto di feroce rappresaglia verso una popolazione colpevole solo di aver sostenuto la lotta per la libertà. L’intero borgo fu incendiato. Le case, le stalle, le storie. Ma non la dignità.

A Cichero nacque la Divisione Partigiana Cichero, tra le più attive nel Levante ligure, guidata da Aldo Gastaldi "Bisagno" e Giovanni Serbandini "Bini". Da qui partirono le gesta eroiche di tanti giovani che scelsero da che parte stare.

La cerimonia

Ieri mattina si è svolta la cerimonia commemorativa organizzata dal Comitato Permanente della Resistenza della Provincia di Genova. Presenti le istituzioni civili e militari, con il vicesindaco metropolitano Simone Franceschi, il gonfalone della Città Metropolitana di Genova, la consigliera comunale Donatella Alfonso con il gonfalone del Comune di Genova, e la sindaca di San Colombano Certenoli Carla Casella.

Dopo la messa nella cappella di Villa Grande e la deposizione delle corone ai Caduti, l’orazione ufficiale è stata affidata a Ivano Bosco, segretario generale SPI CGIL Liguria.

Commosso l’intervento del vicesindaco metropolitano Simone Franceschi:

«Ricordare il sacrificio di Cichero non è solo un dovere verso la nostra storia: è un atto di responsabilità verso il presente e verso i giovani. In questi luoghi si è costruita la coscienza civile del nostro Paese. E non posso non ricordare, con commozione, Giuseppe Piero Fossati, fiero antifascista, assessore e poi commissario della Provincia di Genova, che in queste valli tornava frequentemente per rinnovare con la sua voce limpida l’impegno della memoria».

Parole forti, che si intrecciano con quelle incise sul monumento ai Caduti del paese:

“anch’essi i fucilati / mettono avanti il tuo nome / Cichero / patria e scuola partigiana / le tue care, povere case / incendiate / mentre essi cadevano / per la libertà”.