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Cinghiali, Coldiretti: "Necessarie misure drastiche"

"È necessario mettere in atto una soluzione concreta, senza “se” e senza “ma”"

Cinghiali, Coldiretti: "Necessarie misure drastiche"
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Durante la seduta del Consiglio regionale di ieri, martedì 31 gennaio, è stato approvato l’ordine del giorno 700, che impegna la giunta a chiedere al commissario straordinario per la PSA e al Governo di rivedere l’ordinanza n.4 di giugno 2022. Tale ordinanza – accolta favorevolmente anche dal Vicepresidente e Assessore all’Agricoltura, Allevamento, Caccia e Pesca di Regione Liguria, Alessandro Piana – prevede l’applicazione di misure più efficaci contro la sovrappopolazione dei cinghiali, grazie a cui semplificare le disposizioni sulle attività dei volontari nella gestione dell’emergenza e garantire il rispetto di eventuali rischi penali.

Divieto di autoconsumo

Nello specifico, all’interno del documento viene richiesto di disporre controlli e depopolamento del cinghiale, deroghe al divieto di consumo delle carni per consentire l’autoconsumo e revisioni della zona infetta, oltre al reclutamento di personale per i servizi veterinari e per la vigilanza e fondi per affrontare la situazione.

“Preso atto del discorso fatto dalla Regione in merito alla PSA – incalzano Marcello Grenna e Antonio Ciotta, Presidente e Direttore di Coldiretti Savona – come Coldiretti ci teniamo in questa sede a rimarcare la nostra forte preoccupazione per la non risoluzione in maniera veloce del problema, oltre che del continuo tentativo di riversare le responsabilità tra Regione, Commissario straordinario e Ministero. Preoccupazione che aumenta davanti alla seria possibilità di allargare la zona rossa a un’ulteriore porzione di territorio della provincia di Savona, con il conseguente incremento delle difficoltà vissute da tutto il nostro mondo imprenditoriale agricolo e forestale. Siamo d’accordo che la situazione oggi sia più che mai preoccupante: a oltre un anno dall’inizio dell’epidemia continuiamo a versare in una situazione di grave ritardo, con misure non congrue e un numero di abbattimenti assolutamente inadeguato. Un disastro economico, sociale e in termini di sicurezza, sia per l’agricoltura che per il turismo e tutti gli altri settori che si trovano coinvolti. È necessario mettere in atto una soluzione concreta, senza “se” e senza “ma”. Questa volta le Istituzioni devono agire concretamente, nell’interesse delle aziende e del territorio, e farlo sul serio”.

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