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Dal lungomare al duetto con Berté. La vita in musica di Carlo Andreoli

«Per trent’anni Rapallo è stata culla della mia esperienza. Chissà, magari un giorno tornerò a cantare in piazza»

Dal lungomare al duetto con  Berté. La vita in musica di Carlo Andreoli
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Da quei primi concerti improvvisati sul lungomare di Rapallo all’emozionante e inaspettato duetto tv con Loredana Berté, la sua nuova coach musicale. Lui è Carlo Andreoli, 62 anni, una delle principali rivelazioni del programma The Voice Senior, prodotto da Fremantle e condotto da Antonella Clerici.

 

Con una voce graffiante da rocker navigato e la sua chitarra elettrica tra le mani, è riuscito a conquistare tutti e quattro i giudici del talent show di RaiUno, ma soprattutto lei, quell’indiscussa regina del rock italiano di cui ha sempre interpretato le canzoni e che improvvisamente si è trovato a cantare al suo fianco.

Il colpo di fulmine per Rapallo

Un colpo di fulmine che non stupisce quelle intere generazioni di rapallesi, che per trent’anni, ogni estate si sono fermate ad ascoltarlo e a cantare insieme a lui: «È vero, sono particolarmente legato a Rapallo perché è stata un po’ la culla di tutta la mia esperienza musicale», ci racconta. Nato nel 1959 a Pavia, dove tuttora risiede, ma tigullino d’adozione: «I miei genitori avevano una casa a Zoagli che iniziai a frequentare sin da ragazzo. Avevo 16 anni, ero ancora ai miei primissimi approcci con la musica, ma desideravo avere un pubblico. Così mi organizzai. Presi la mia chitarra, un inverter a batteria per alimentare un piccolo amplificatore e iniziai a suonare sul lungomare». Erano gli anni dei falò sulla spiaggia, gli anni in cui una chitarra era in grado di rendere magica qualsiasi serata tra amici: «Oggi ti prenderebbero per pazzo, ma allora era normale incontrare persone con uno strumento a portata di mano». C’era tolleranza da parte delle forze dell’ordine, «ma le regole erano chiare e spesso dovevo interrompere le mie esibizioni». Cambiava il palcoscenico, ma quel pubblico che ha sempre saputo coinvolgere con allegria e spensieratezza, lo seguiva ovunque egli andasse. La svolta rapallese avviene con una duplice amicizia, quella con i fratelli Barbetta del bar Frigidarium (che iniziarono a fornirgli la corrente elettrica in piazza Garibaldi) e con l’allora sindaco Roberto Bagnasco. «Ricordo ancora quel giorno in cui mi convocò in municipio: ”Sappiamo che suoni in passeggiata, finora abbiamo tollerato - mi disse - Ma visto che piaci alla gente e che sei un personaggio discreto, abbiamo deciso di concederti l’autorizzazione ad esibirti su suolo pubblico”». Da quel momento fu un’escalation: «iniziai ad ampliare la mia strumentazione e anno dopo anno anche il pubblico aumentò in maniera significativa».

L'allontanamento dal Tigullio

Il segnale cosmico che avrebbe dovuto vivere di musica giunse sempre nel Tigullio: «Per tre anni feci il bagnino a Santa. Un anno mi attardai e il lavoro non era più disponibile. Così un amico mi trovò un posto da cameriere a Portofino». Non proprio l’ambiente ideale per chi come lui sfoggiava capelli lunghi e camicia aperta e ciabatte in perfetto stile “on the road”. «Mi pagavano 30mila lire al giorno, ma non ero a mio agio. Una sera presi la chitarra e andai a Sestri Levante, perché a Rapallo mi conoscevano tutti e non osavo fare questo esperimento». Ebbene, in un’ora, divertendosi in strada, guadagnò più di quanto incassasse da un’intera giornata a Portofino. «Fu esattamente il segnale che aspettavo. Mi dissi che la mia vita avrebbe dovuto essere quella». Fu il primo embrione di un’esperienza musicale germogliata a Rapallo e poi via via nelle piazze e quindi nei locali più importanti del Nord Italia e non solo. «Tra il 1990 e il 2000 ebbia anche un mio gruppo musicale, ma fui chiaro sin dall’inizio: non dovevamo prendere date estive perché ad agosto, non c’era alcun freno, volevo essere a Rapallo, davanti a quel pubblico fantastico che mi ha dato tanto e a cui devo tantissimo». Come ogni avventura, anche i concerti rapallesi hanno visto la parola fine: «Nel 2018 avevo venduto la casa di Zoagli. Stvo per tornare a Rapallo in camper: era il 10 agosto», il giorno del crollo del Ponte Morandi. «Appresi della tragedia mentre mi trovavo ad Arenzano. Fu un altro di quei segnali forti che nella mia vita ho sempre ascoltato. Mi dissi a malincuore, “cara Rapallo è destino che ci lasciamo, ma se si chiude una porta qualcosa di nuovo si aprirà”». E così è stato, ora Carlo Andreoli prova a conquistare la ribalta del piccolo schermo - accompagnato in questa nuova avventura da una delle sue grandi eroine musicali - ma conserva ancora nel cuore un legame con Rapallo: «Chi lo sa, magari un giorno ritornerò».

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