Depositata in Regione da Claudio Muzio un'interrogazione in difesa dei palamiti
Il capogruppo di Forza Italia: «Il decreto del MASAF è un’entrata a gamba tesa contro la pesca sportiva e ricreativa»
Nella mattinata di ieri, lunedì 4 marzo, Claudio Muzio, consigliere regionale capogruppo di Forza Italia, ha depositato un’interrogazione, sottoscritta anche dal collega Angelo Vaccarezza, con la quale chiede alla giunta Toti di attivarsi nelle sedi istituzionali, a partire dalla Conferenza Stato-Regioni, per tutelare la pesca ricreativa con il palamito, «fortemente penalizzata» - afferma Muzio - dal recente decreto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) che ha ridotto da 200 a 50 il numero di ami utilizzabili per questo tipo di pesca, introducendo anche il divieto di usare verricelli elettrici per salparli.
Le dichiarazioni
«Questo decreto - dichiara il capogruppo di Forza Italia - è un’entrata a gamba tesa su un mondo, quello della pesca sportiva e ricreativa, che anche nella nostra Liguria conta un grande numero di appassionati e di associazioni dilettantistiche che rappresentano un presidio sociale che andrebbe tutelato e valorizzato. Spiace rilevare come alla base del decreto del MASAF vi sia un approccio alla pesca ricreativa che ne sottovaluta il valore anche culturale ed economico».
«Il palamito - prosegue - rappresenta una tradizione molto radicata in Liguria, è un tipo di pesca selettivo e poco impattante sul prelievo ittico nel nostro mare, e limitarne così radicalmente l’uso rischia di provocare l’abbandono della pesca dilettantistica da parte di un gran numero di appassionati, con significative ricadute anche sul ciclo economico generato da questa attività».
«Per tutti questi motivi ho deciso di presentare con urgenza, insieme al collega ed amico Angelo Vaccarezza, questa interrogazione», conclude Muzio ricordando di essere stato promotore già nel 2016, sempre con Vaccarezza, di una mozione in difesa della pesca con il palamito approvata all’unanimità dal consiglio regionale, che impegnava la giunta «a mettere in campo, presso le sedi istituzionali competenti e presso i soggetti coinvolti nel processo legislativo, un’incisiva azione finalizzata a salvaguardare la pesca sportiva e ricreativa quale importante risorsa sociale per l’Italia e a scongiurare l’approvazione di norme che ne mettano a rischio l’effettivo esercizio».