Domenica sui monti a caccia di lampascioni
Raccogliergli non è facile soprattutto se il terreno è secco, per estrarre il bulbo bisogna aiutarsi con un coltello. Con le uova o sott'olio sono una prelibatezza

Di questa stagione quanti frequentano i nostri sentieri hanno l'opportunità di vedere una vera e propria prelibatezza gastronomica: i lampascioni.
Provare per credere
Si tratta di una specie di cipollotto dalla forma ovale e di colore rosa. Rispetto alla cipolla tuttavia sono più carnosi, ma dal sapore amarognolo. Questo bulbo, una pianta erbacea della famiglia delle asparagacee, era una vera e propria fonte di sostentamento per le famiglie più povere e rappresentava un alimento essenziale nella dieta semplice ma nutriente delle famiglie contadine.
Gli antichi Greci e Romani poi attribuivano ai lampascioni proprietà afrodisiache e stimolanti, diuretiche e lassative.
Raccogliergli non è facile soprattutto se il terreno è secco, per estrarre il bulbo bisogna aiutarsi con un coltello. I lampascioni, nella cucina tradizionale lucana, pugliese e calabrese, si preparano dopo aver ripulito i singoli bulbi di ogni traccia di terra e di radici, e dopo averli tenuti in acqua per diverse ore dopo una preventiva rapida bollitura per consentir loro di perdere il liquido amaro che caratterizza il loro sapore.
I bulbi vanno cucinati interi, ma dopo averli intaccati nella parte inferiore (quella più larga) con un coltello, in maniera diversa a seconda della preparazione, che può essere in padella semplice, in padella con le uova o sott'olio. Provare per credere.