Chiavari

I dubbi di Cervini: “Chi gestirà il Teatro Cantero?”

«Il caso Cantero richiede da parte di tutti serietà, correttezza e trasparenza»

I dubbi di Cervini: “Chi gestirà il Teatro Cantero?”
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“Chi gestirà il Teatro Cantero?”  è la domanda che si pone Emilio Cervini, già assessore alla cultura di Chiavari.

La dichiarazione

«È trascorsa una settimana circa dalla visita del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a Chiavari accolto “trionfalmente” a Palazzo Bianco per affrontare il progetto “salva Cantero”. In quell’occasione definita da alcuni amministratori addirittura "giornata storica" , forse esagerando un po’ nell’uso degli aggettivi, in realtà il Presidente della Regione ha rilasciato tra l’altro dichiarazioni che personalmente giudico assolutamente intempestive e negative circa la conferma della volontà di realizzare il depuratore di vallata nell’area di colmata.
Per quanto attiene invece il Teatro Cantero lo stesso Toti ha confermato la disponibilità della Regione ad investire circa 2 milioni di euro per permettere al Comune di Chiavari l’acquisto dello storico Teatro.
La notizia è certamente positiva e ben augurante per l’inizio del lungo iter che dovrà portare - come tutti desideriamo ed auspichiamo- alla riapertura del Cantero.
Tuttavia una frase pronunciata dal Presidente Toti e ripresa dai mass media mi ha colpito e indotto a riflettere.
Toti ha dichiarato tra l’altro: «Ciò che dobbiamo evitare è un’operazione velleitaria, abbiamo già tanti spazi culturali poco sfruttati e che costano spese immense».
Infatti da più parti in tutti questi anni di chiusura del Teatro Cantero, pur desiderando la sua riapertura, si è sempre sottolineata la necessità di affrontare seriamente il problema e predisporre un modello gestionale che non faccia magari guadagnare, ma che almeno non provochi delle voragini finanziarie»

E prosegue:

«Come correttamente e in modo trasparente ha dichiarato più volte il dott. Antonio Gozzi, Presidente di Duferco (che ha realizzato e donato al Comune uno studio per la ristrutturazione della sala di Piazza Matteotti ): «Il problema non è solo avere la somma per acquistarlo, ma è  non spendere così tanti soldi, in totale 5 milioni, per una cattedrale nel deserto. La prima necessità è individuare un business plan e figure con competenza, da quelle economiche a quelle artistiche. Servono cervelli competenti per dare il massimo in termini di polivalenza e funzionalità. Buttare i soldi non fa parte del nostro bagaglio». A questa visione che personalmente giudico lungimirante, realistica ed equilibrata risponde una posizione dell’Amministrazione Comunale, a mio modesto parere, superficiale e perlomeno poco trasparente espressa, come spesso ormai siamo stati abituati, dal Presidente del Consiglio Comunale avv. Antonio Segalerba: «Pensiamo a una gestione leggera a trazione comunale, da affidare a una Fondazione o a un’Associazione. Senza un direttore che rappresenterebbe un aggravio di costi». Posizioni conciliabili o visioni diverse per il futuro del nostro Teatro? Certamente questi passaggi , secondo me, andrebbero affrontati da subito e chiariti alla cittadinanza, come sarebbe necessario sin d’ora capire quale tipo di Fondazione si prevede sia per vedere quale spazio ed impegni riservare ai Comuni interessati, sia per garantire la presenza di eventuali soggetti privati. A questo proposito mi è sembrato alquanto discutibile e poco corretto accennare all’esistenza misteriosa di privati pronti “ a sborsare soldi “senza darne l’identità. Per di più la grande notizia è stata annunciata dall’avv. Segalerba e non dal Sindaco. E se e cosa chiedono in cambio? Il caso Cantero richiede da parte di tutti serietà, correttezza e trasparenza e senza dubbio maggior coinvolgimento della città, non come si sta facendo per il depuratore di vallata!».

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