Dopo i due convegni del mese di ottobre organizzati dal Comune di Chiavari in collaborazione con la Società Economica di Chiavari, che avevano al centro il futuro della Valle dell’Entella, interviene Umberto Righi per commentare l’ufficialità del rischio esondazione del fiume Entella.
Entella
“Fiume Entella a rischio esondazione, finalmente viene dichiarato ufficialmente in due convegni organizzati dal Comune di Chiavari le scorse settimane, anche se pubblicamente lo denuncio dal 2004 tramite stampa ogni anno e motivando con dati di fatto i miei avvisi di allarme. Sono passati più di 20 anni e se si agiva nel frattempo, anche con piccoli interventi mirati nei luoghi più “intasati” avremmo potuto godere di sonni tranquilli x 20 anni….e non avremmo visto perpetuare scempi come l’argine Perfigli, che oggi anche i tecnici mettono in dubbio l’utilità.
Ora cosa accadrà, vi chiederete? Sul fiume, semplice, nulla”- così Umberto Righ
“Faranno gli studi idraulici, e spero mettano ufficialmente su carta i dati a conferma delle mie paure, ossia l’attuale letto del fiume non può contenere la massa d’acqua che scenderebbe da monte se tutti e tre gli affluenti Lavagna, Sturla, Graveglia fossero in piena contemporaneamente e a livello massimo…. calcoli che un semplice cittadino con un minimo di sale in zucca saprebbe fare, ma che oggi purtroppo certi professionisti, non possono o non vogliono confermare per non screditare precedenti progetti finanziati con soldi pubblici.
Escludo che certi lavori non siano mai stati eseguiti per le pressioni ambientaliste, ed animaliste, qualsiasi politico non metterebbe a rischio vite umane x agevolare capricci di qualche amante dei pennuti, del resto nel fiume ci sono anche i pesci, ma di questi nessun animalista si preoccupa.”
“Aggiungo che un SIC (imposto politicamente decenni fa per tutelare la collinetta di Rivarola), non può e non deve “ostacolare” la messa in sicurezza del Fiume Entella, parlo dell’intero tratto da appunto Rivarola di Carasco sino alla foce, dove si dovrà tagliare tutta la vegetazione spondale (specie i grossi Ontani che crescono maestosi a bordo fiume), che collassando vengono trasportati a valle creando ostacolo al deflusso idrico delle piene, premendo sulle pile dei ponti e deviando il flusso alzandone il livello e agevolando l’esondazione in piane coltivate e cortili di case costruite nelle piane alluvionali. Oltre alle piante, fanno ostacolo gli ammassi di ghiaia che nei decenni si è accumulata soffocando x metri il vecchio letto del fiume. Cose già dette allo sfinimento, ma mai accolte quale soluzione per mettere in sicurezza il nostro bellissimo fiume, che scorre strozzato da piazzali e arginature di massi ciclopidi, che senza spazio tende ad uscire dagli argini appena anche uno solo dei tre grandi affluenti (Lavagna, Sturla e Graveglia) raggiunga la soglia piena (vedi esondazione Val Fontanabuona di settembre), pensatevi se anche lo Sturla e il Graveglia fossero risultati oltre soglia di allerta, cosa sarebbe successo a Chiavari e Lavagna, e il confinante borgo di San Salvatore di Cogorno.”-prosegue
La domanda principale che si pone Righi
“Perché non si fanno pulizia degli alvei e rimozione dei sedimenti di accumulo almeno in foce?A voi le risposte”
Messa in sicurezza dei fiumi
Secondo Righi questi sono gli interventi che servono realmente per la messa in sicurezza di un’asta fluviale
Pulizia e regimazione dei fiumi, argomento che torna a fagiolo, proprio in questi giorni di dibattito sulla sicurezza del fiume Entella e la dichiarazione ufficiale della pericolosità cui seguirà uno studio idraulico per la messa in sicurezza.
Cosa si intende per messa in sicurezza
“Oggi si torna a parlare di costruire briglie x rallentare e contenere l’onda di piena partendo a monte, ove le pendenze lo consentono, x arrivare a valle con il “regime di piena controllato”.
In questo video che prenderemo di esempio vedremo: Un viaggio aereo lungo tutto il corso del fiume Lamone (Emilia), dalla montagna fino alla pianura.
Il geologo Dott. Claudio Miccoli racconta le criticità nascoste: briglie danneggiate, alberi caduti e una vegetazione fuori controllo.
Un video che mostra con chiarezza quanto la manutenzione fluviale sia IMPORTANTE e ormai urgente per la sicurezza del territorio e delle persone.
Torneremo a parlare di pulizia degli alvei, ma ora vi chiedo di seguire questo video molto interessante. Certo siamo in Emilia, zona Faenza, vi chiederete cosa ci azzecca, ma serve come esempio per capire come comportarsi nei nostri fiumi.”
Argini e fiumi invasi da vegetazione
“Stiamo seguendo Fiumevivo e le vicende del fiume Lamone in Emilia, perché focalizza la situazione di incuria ed abbandono che purtroppo si evidenzia in molti altri fiumi d’Italia, arginati con centri abitati edificati in zona alluvionale, politicamente bonificata quasi un secolo fa con opportune arginature x contenere le piene 50ennali.
Oggi i fiume e torrenti di fondovalle compreso i nostri della Liguria, soffrono di saturazione di inermi, e di vegetazione, non abbiamo arginature a difesa delle abitazioni costruite nelle piane alluvionali, e neppure bacini di accumulo che possano assorbire l’onda di piena e spalmare nel tempo decine di milioni di metri cubi di pioggia caduta in poche ore.
Senza giri di parole, crea preoccupazione la situazione della bassa Fontanabuona, e dell’Entella sommerso di alberi di alto fusto, e totalmente insabbiato con diversi metri di depositi accumulati in anni di abbandono e da leggi che vietano asporto, pur a rischio di vite umane e danni ingenti a fabbriche e insediamenti abitativi. Qualcuno potrà giustificarsi con il progetto “diga Perfigli” sponda Lavagna, che prevede un argine rialzato a difesa della città, come il rialzo di viale Kasman a Chiavari, ma un fiume se ostruito si alza di livello andando ad occupare gli sfoghi che trova nel tragitto, scarichi piovani e canali di raccolta che userà come vie di sfogo, xcui allagando le città con ritorno da tombinature e fogne. Oppure allagando le zone non arginate come Cogorno e Caperana, confermando che gli attuali progetti finanziati con soldi pubblici e in esecuzione, sono stati approvati senza un attento studio dinamico idraulico, dettato da una legge fisica che insegnano alle scuole medie ” la legge dei vasi comunicanti” perché l’acqua non è un gas e non si comprime mai!
Seguite questo video e capirete molte cose”
La pulizia dell’alveo da alberi e ghiaia
“L’esempio del Lamone può far capire quanto sia devastante la politica ambientale estremista, del vietare pulizia ove vi sono zone a rischio.
In Liguria non abbiamo alvei e argini rialzati a difesa di centri abitati, come il Lamone, salvo il Magra presso la foce e il Rupinaro a Chiavari, in futuro avremo l’Entella in città.
Ma tutto fa capire che l’acqua non si comprime e si cercherà la strada x defluire, come è avvenuto in Fontanabuona, dove una Sindaca continua a non voler vedere la realtà mettendo in crisi le attività industriali e commerciali ad ogni pisciata dal cielo più abbondante.
Come dicono i concetti idraulici, la portata del fiume è calcolata con alveo libero di alberi e sedimenti, ed ogni ostacolo andrà a ridurre di metri cubi tale portata e quindi deflusso della piena, ne consegue l’esondazione sistematica dei prati golenali o alluvionali, la conseguenza naturale…se non che nelle piane alluvionali vi sono state edificate case e capannoni.”
Guarda questo video di FiumeVivo:
Pulire i fiumi è giusto o sbagliato?
Le regole idrauliche spiegano perchè
“Sempre con il contributo del geologo Dott. Claudio Miccoli, di FiumeVivo, andiamo a disquisire sull’argomento pulire i fiumi, fortemente ostacolato dal mondo ambientalista, e dalla politica di parte delle Amministrazioni ed Enti pubblici.
Nei decenni abbiamo costruito nelle piane alluvionali, ossia quelle piane create dal fiume stesso con il deposito dei sedimenti ad ogni alluvione e dove si espandeva naturalmente, in quanto l’acqua non comprimendosi se trovava ostacoli al decorso in alveo, esondava ai lati.
Va ricordato che i nostri avi (nonni e bisnonni), queste piane le coltivavano e nessuno pensava di collocarci la propria abitazione, perche ogni metro di terreno era utile per ricavare i frutti della coltivazione, ben sapendo che con la prima piena la casa sarebbe stata allagata, e ricevendone danni spesso irreparabili.
Vi è un detto “contadino cervello fino”, e anche senza studi sapeva gestire la natura e trarne profitto rispettandola. Poi sono arrivati gli “ingegneri” con la “laurea in tasca” e si è cominciato a costruire nelle piane “alluvionali” regimando e stringendo i torrenti e fiumi. Gli stessi ingegneri hanno dedotto che per far defluire la piena più velocemente bisognava togliere le “briglie” e spianare il letto del torrente, con il risultato che a valle nelle strozzature il fiume usciva dagli argini (cementati o di massi di cava vedi Entella), dove la banalizzazione del fiume per la poca pendenza, si insabbiava contribuendo al germogliare di alberi anche in alveo”
Cerchiamo di capire perché il Fiume va tenuto pulito, con questo video