Il Comitato per la tutela dei diritti in Val di Vara denuncia disservizi e aumenti sull'acqua
Il comitato: "Disservizi e aumenti: acqua imbevibile in alcune zone mentre ARERA deve ancora confermare la tariffa"
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È passato più di un mese da quando l’Assemblea dei Sindaci e il Consiglio Provinciale hanno approvato la proposta di mitigare l’aumento della tariffa dell’acqua al 4% annuo per sei anni, rispetto al 9% inizialmente richiesto dal gestore.
Il commento del Comitato
"Un compromesso che, pur evitando un incremento ancora più gravoso, resta un peso significativo per famiglie e imprese della Val di Vara.
Nonostante il tempo trascorso, ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) non ha ancora confermato l’adeguamento della tariffa. Nel frattempo, emergono nuove criticità: in alcuni territori, come Varese Ligure, i cittadini denunciano che l’acqua del rubinetto è nuovamente imbevibile, un problema che si ripresenta ciclicamente e che dimostra, ancora una volta, quanto la questione della qualità dell’acqua e della manutenzione della rete idrica sia tutt’altro che risolta."
"Questa vicenda non riguarda solo le tariffe: è il sintomo di una gestione che necessita di un ripensamento strutturale. Non si può parlare di aumenti senza garantire che il servizio sia all’altezza di quanto i cittadini sono chiamati a pagare. Per questo, come Comitato per la Tutela dei Diritti in Val di Vara, non ci limiteremo a denunciare la situazione ma continueremo a portare avanti proposte concrete per una riforma del sistema idrico che garantisca più equità, trasparenza e investimenti reali.
Sebbene comprendiamo che l’alternativa al +4% era un incremento ancora più oneroso, riteniamo indispensabile aprire un dibattito politico serio e strutturato su un tema come quello della gestione e del costo dell’acqua, che troppo spesso viene sottovalutato o relegato ai margini delle priorità istituzionali"
Le proposte del comitato
"Per questo motivo, come Comitato per la Tutela dei Diritti in Val di Vara, abbiamo elaborato una serie di proposte concrete che riteniamo indispensabili per migliorare il sistema idrico. Queste proposte saranno inviate a tutti i parlamentari liguri, di qualsiasi colore politico, chiedendo loro di impegnarsi e di condividerle, affinché si possa avviare un percorso di riforma serio e strutturato."
I punti chiave su cui il Comitato intende sollecitare l’attenzione delle istituzioni.
Deroghe tariffarie: da diritto discrezionale a misura automatica
Nel nostro sistema, esistono già deroghe tariffarie per le fasce economicamente deboli e per i territori più svantaggiati. Tuttavia, il loro accesso è soggetto a trattative locali tra Comuni e ATO, il che significa che non sono un diritto garantito, ma il risultato di accordi politici e amministrativi che variano da territorio a territorio.
Questo meccanismo crea disuguaglianze evidenti: chi è informato riesce a ottenere l’agevolazione, chi non lo è viene escluso. Un sistema che costringe i cittadini a districarsi in procedure burocratiche complesse per vedersi riconoscere uno sconto che dovrebbe essere automatico.
Chiediamo quindi che le deroghe non siano più discrezionali, ma vengano applicate in modo automatico alle fasce economicamente svantaggiate, alle famiglie monoreddito e ai territori che, per la loro posizione geografica e per l’inadeguatezza delle infrastrutture, si trovano in condizioni di svantaggio evidente, come la Val di Vara.
L’acqua è un bene essenziale, e non può essere lasciata alla discrezione di accordi locali. Serve una riforma che garantisca uguale accesso a tutti i cittadini, senza ostacoli burocratici e senza ingiustizie sociali.
Qualità dell’acqua: più trasparenza, più controlli
Non si può parlare di aumenti senza affrontare il problema della qualità dell’acqua. Negli ultimi giorni, cittadini di Varese Ligure hanno segnalato che l’acqua del rubinetto è tornata imbevibile, come già successo in passato.
Il tema della qualità idrica non può essere considerato un problema secondario. È inaccettabile che mentre si discutono tariffe e investimenti, l’acqua che esce dai rubinetti in alcune zone continui ad avere problemi evidenti, senza che vi sia un controllo efficace e trasparente sulla sua salubrità.
Proponiamo quindi che i risultati delle analisi dell’acqua effettuate periodicamente dall’ASL vengano resi pubblici in modo trasparente e accessibile, inserendoli direttamente nella bolletta. I cittadini hanno il diritto di sapere che acqua stanno bevendo, senza dover cercare informazioni spesso difficili da reperire.
Se il sistema idrico deve essere riformato, questa riforma deve partire da una gestione trasparente e controlli più rigorosi sulla qualità dell’acqua.
Più autonomia agli enti locali nella gestione dell’acqua
Oggi, la regolamentazione delle tariffe idriche è nelle mani di ARERA, che impone parametri uniformi senza tenere conto delle specificità dei territori. Gli Enti di Governo dell’Ambito (EGA), che dovrebbero gestire il servizio idrico a livello locale, hanno pochissimo margine di autonomia.
Questa rigidità crea situazioni in cui le esigenze reali di un territorio non vengono prese in considerazione, perché ogni decisione deve passare attraverso un meccanismo centralizzato che lascia poco spazio alla flessibilità.
Noi chiediamo che venga avviata una riforma della normativa nazionale, a partire dal Decreto Legislativo 152/2006, per permettere agli EGA di avere un maggiore potere decisionale sulle tariffe, sulle deroghe e sulla pianificazione degli investimenti.
Non ha senso che l’acqua venga gestita con le stesse logiche in territori completamente diversi tra loro. Dobbiamo restituire ai territori la possibilità di decidere per il proprio futuro, garantendo che la gestione dell’acqua risponda ai bisogni locali e non a logiche imposte dall’alto.
Un sistema tariffario equo e controllato
Un altro aspetto critico è il modo in cui vengono stabilite le tariffe. Oggi, il sistema garantisce un ricavo fisso al gestore, indipendentemente dalla qualità del servizio e dai costi effettivi. È un modello che non premia l’efficienza, ma tutela il profitto, anche a scapito dei cittadini.
Chiediamo che il principio del “full cost recovery” venga riformulato, eliminando i margini di profitto garantiti e vincolando la tariffa solo ai costi reali sostenuti per la gestione e la manutenzione del servizio.
Inoltre, è necessario istituire un controllo rigoroso sugli investimenti, attraverso una commissione indipendente che monitori la trasparenza nella spesa dei fondi destinati al miglioramento della rete idrica.
I cittadini hanno diritto a pagare solo per un servizio che funziona e che garantisce acqua di qualità. Non un centesimo in più.
Chiediamo un impegno alla politica
La nostra battaglia non si ferma qui. Come Comitato per la Tutela dei Diritti in Val di Vara, scriveremo a tutti i parlamentari liguri, di qualsiasi schieramento politico, per chiedere che queste proposte vengano ascoltate e portate avanti a livello istituzionale.
Non è solo una questione di tariffe: serve un cambiamento strutturale nella gestione del sistema idrico, che garantisca più trasparenza, più autonomia locale e un servizio realmente adeguato alle esigenze dei cittadini.
"L’acqua è un bene comune, e non può essere gestita con logiche di profitto o lasciata all’inefficienza burocratica."- così il Comitato
Sono d'accordo. Ogni cambio gestore, con la scusa di dover mettere mano alla rete, le tariffe aumentano. E pensare che a suo tempo, per allacciarci, abbiamo contribuito alla costruzione della rete fatta dalla Comunitù Montana
Siamo d'accordo su tutta la linea, da 5 anni a Varese Ligure, prima del cambio"gestore" era vera acqua! Adesso una vera schifezza.