La testimonianza

Il Levante ricorda la dottoressa Ninny Parodi Ambrogio

Una Santa Messa in sua memoria verrà celebrata sabato prossimo, 16 marzo, alle 17 a Recco, nella chiesa di San Martino di Polanesi

Il Levante ricorda la dottoressa Ninny Parodi Ambrogio
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Il Levante ricorda la dottoressa Ninny Parodi Ambrogio: venuta a mancare il mese scorso, la notissima psicoanalista junghiana aveva un forte legame anche col nostro territorio. Una Santa Messa in suo ricordo verrà celebrata sabato prossimo, 16 marzo, alle 17 a Recco, nella chiesa di San Martino di Polanesi.

La dottoressa Ninny Parodi Ambrogio

«La dottoressa Ninny Parodi Ambrogio lascia un’eredità infinita di amore»: è questo l’incipit del ricordo, pubblicato di seguito, a cura del Centro Italiano Femminile di Camogli.

Il ricordo del Centro Italiano Femminile di Camogli

La psicoanalista Ninny Parodi Ambrogio, moglie del campione di pallanuoto Romolo Parodi e madre di Ester, Bruno e Alessandra, e per tantissimi semplicemente l’amica Ninny, ci ha lasciato giovedì 1 febbraio.

Ninny si è spenta con la stessa serietà, naturalezza ed eleganza con la quale si era fatta conoscere al fianco di Romolo, con cui era arrivata da Siracusa, sul finire degli anni Ottanta.

È stato facile per Ninny appassionarsi alle persone del nostro territorio. E anche quando si è trasferita a Genova il suo pensiero era anche per questi luoghi. Lo provano anche quei passi del suo romanzo autobiografico nel quale la passione per la famiglia e la ricerca esistenziale, sono narrati in un contesto spazio-temporale tra Siracusa, Camogli, Polanesi e infine la Superba. Dal suo scrittoio della casa di Carignano, lei stessa dice, che riusciva ad abbracciali tutti:

«…mi basta alzare lo sguardo per abbracciare la distesa azzurra di questo mare di Liguria e ammirare il Golfo Paradiso che, da Genova fino al promontorio di Portofino, è tutto un susseguirsi di bellezze incomparabili. La riviera di levante da Nervi al porticciolo di Camogli è lì, splendida, e le ville inerpicate, sul fianco del monte in ordine sparso, fanno da cornice e non ne alterano la bellezza naturale. Sulla linea dell’orizzonte il mio pensiero va laggiù, oltre questo mare, a un’altra terra, a un altro mare, alla mia isola, alla mia casa, alla mia storia» (Parodi Ambrogio N., COSTA DELL’AMBRA. STORIA DI UNA MAGARÌA, Abra Books Narrativa, 2022, pag. 27).

Notissima psicoanalista junghiana, docente e libero professionista; dapprima laureata all’Università di Catania in Lettere e successivamente a La Sapienza di Roma in Medicina e Psicologia Clinica, era fierissima e immensamente riconoscente al suo maestro e amico Aldo Carotenuto, genio indiscusso della traduzione psicoterapica dell’opera junghiana.

Nota anche la sua appartenenza dichiaratamente femminile a qual mondo cattolico, in una osmosi genuina, ferma e chiara che la portò tante volte anche al Centro Italiano Femminile, per presentare le splendide donne del Vangelo e della Tradizione, da Teresa D’Avila a Santa Caterina da Genova. La fraterna amicizia con i sacerdoti della Diocesi, in particolare don Bruno Macciò, suo parroco a Polanesi, e monsignore Luigi Ernesto Palletti, oggi vescovo a La Spezia, per la comune vicinanza alla mistica cristiana.

Durante il periodo della pandemia ha scritto il suo primo romanzo, autobiografico: “Costa dell'Ambra. Storia di una magarìa”. Ma uscirà postumo un secondo libro che ripercorre le fasi di un percorso di Psicoanalisi.

Da circa un anno e mezzo un tumore incurabile l’aveva colpita. Anche durante questa breve malattia la sua testimonianza è stata di una donna infaticabile, per certi versi eroica, che ha saputo accogliere la sofferenza abbracciata dal calore della sua famiglia e di tanti conoscenti e amici che non hanno fatto mancare la loro riconoscente presenza. Certo sarebbe contenta se potessimo dire che, con le parole di San Paolo, «ha combattuto la buona battaglia, ha terminato la sua corsa, ha mantenuto la fede».

Molti perdono, con la sua scomparsa, un riferimento familiare, amicale, psicoterapico, spirituale tangibile, ma trattengono la passione, la forza e la bellezza di tutto ciò che Ninny, con la sua delicatezza, è stata capace di donare.

Grazie a Romolo, che l’ha condotta con sé in Liguria, e ai generosi figli che hanno condiviso con tantissimi l’amore e il senso della vita che Ninny sapeva risignificare con ognuno:

«La vita è proprio una tela, che va tessuta con grande pazienza ed è fatta di intrecci, di nodi, di pazienti attese, di ascolti, di abbracci e anche di addii, qualche volta necessari» (da Costa dell’Ambra, pag. 92).

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