tratto dal romanzo di valeria corciolani

"Il morso del ramarro", la famiglia Boletto apre le sue dimore storiche per le riprese del film

Oltre a Palazzo Rocca anche Adriana Boletto, nipote del notissimo costruttore edile chiavarese, ha aperto le sue dimore storiche per la realizzazione degli interni

"Il morso del ramarro", la famiglia Boletto apre le sue dimore storiche per le riprese del film
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Questo fine settimana si sono svolte le giornate del FAI e anche Cima Prod - società di produzione cinematografica chiavarese - durante le riprese del film “Il Morso del Ramarro” tratto dal libro di Valeria Corciolani, ha girato all’interno di palazzi storici.

Riprese a palazzo Boletto

Oltre a Palazzo Rocca, messo a disposizione dal Comune, anche Adriana Boletto, nipote del notissimo costruttore edile chiavarese, ha aperto le sue dimore storiche per la realizzazione degli interni Adriana Boletto, laureata in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Genova e tifosa della squadra del Genoa, ci racconta: “Sono rimasta molto colpita dall’educazione, dalla competenza professionale e dal rispetto umano e valoriale che contraddistingue lo staff di Cima Prod. Per me è stata la prima volta che assistevo di persona alla realizzazione e messa in atto di un film ed è stato molto emozionante e interessante seguirne lo svolgimento. Il palazzo Boletto in cui si sono svolte le riprese è stato costruito da mio nonno nel 1913 e rappresenta un forte elemento di ricordo affettivo e familiare legato alla nostra antica tradizione di costruttori di immobili. Siamo una famiglia con solide e antiche radici storiche che si sono sempre nutrite di elementi valoriali etici tra cui l’onestà, il rispetto delle persone e l’impegno nella passione lavorativa".

"Mio papà Luigi - prosegue Adriana - insieme agli zii Settimio, Nicola e Delia, ha costruito ville e abitazioni in tutta la riviera ligure, a Genova e a La Spezia (Palazzo Boletto). A Portofino ha realizzato svariati immobili, tra cui l’Hotel Splendido che, all’epoca, si chiamava Hotel Nazionale, mantenendo negli anni profondi sentimenti di stima e di rispetto per i portofinesi. a cui anch’io sono molto legata. All’interno di varie boutique e negozi del borgo è possibile vedere il pavimento creato dai miei avi; anche la Chiesa del “Divo Martino”, a cui siamo devoti come fede cattolica familiare, conserva dei rivestimenti del materiale edile di mio nonno e dei miei avi. Papà Luigi era tifoso sampdoriano e ha ricoperto il ruolo di Presidente del Circolo Nautico chiavarese, negli anni ’70 crea il famoso “Trofeo Boletto” in occasione delle regate veliche; è inoltre Presidente del Rotary Rapallo Tigullio conseguendo la massima onorificenza rotariana “Paul Harris Fellow”.

Le nostre radici professionali risalgono al 1871, anno in cui il mio bisnonno Settimio Boletto fonda l’omonima ditta artigianale di produzione di piastrelle nel materiale tipico ligure di graniglia che viene utilizzato ancora oggi. Nel 2020 alla morte del mio caro papà porto avanti con amore, rispetto e senso di professionalità il suo lavoro in attesa di passarlo a mio figlio Luigi Mazzini, che ha 25 anni, è sampdoriano e ama molto lo studio: recentemente ha
conseguito l’attestato di amministratore condominiale proprio per proseguire l’attività familiare nella gestione degli immobili.

In riferimento al film che mantiene forti legami emotivi e relazionali con il mondo sudamericano, ci tengo a far sapere con orgoglio e senso di appartenenza storico-geografica, che mia nonna Zulema era di origini argentine e Zulema è il mio secondo nome”.

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