Il Presidente Mattarella a Genova per il 25 aprile
“La memoria è il nostro scudo più forte”

“È con profonda gratitudine e grande orgoglio che, a nome di Genova e della Liguria, le porgo il più caloroso benvenuto. La sua presenza qui oggi, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, rappresenta un onore immenso e un segno di grande attenzione per la nostra città e per l'intero territorio ligure. Il 25 Aprile è una data fondamentale per l'Italia, e per Genova assume un significato ancora più profondo, per la nostra storia”.
Così il presidente della Regione Liguria di fronte al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto questa mattina a Genova al Teatro Nazionale in occasione dello spettacolo ‘D’oro Il sesto senso partigiano’ per l’80° Anniversario della Liberazione.
“Il 25 Aprile 1945 la nostra città fu teatro degli ultimi scontri tra le forze partigiane e le truppe tedesche, che, unico caso in Europa, si arresero non alle forze alleate, ma alle nostre formazioni partigiane – ha proseguito - A villa Migone il generale Meinhold firmò l'atto di resa alla presenza dei rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale e questo fu un momento cruciale per la nostra città e per l'intero Paese: quella resa fu possibile anche grazie ad azioni di mediazione coraggiose e intelligenti che coinvolsero personalità di spicco della comunità genovese, tra cui il cardinale Pietro Boetto. Fu un momento drammatico, in cui prevalse la volontà di risparmiare Genova da ulteriori sofferenze. Il generale Meinhold, contravvenendo agli ordini ricevuti, rifiutò di distruggere la città e accettò tutte le condizioni poste dal CLN. Genova si liberò da sola, accogliendo due giorni dopo le truppe alleate in una condizione di città quasi normale: i tram circolavano, le luci delle case erano accese, c'era l'energia elettrica, le navi entravano in porto senza alcun timore di essere cannoneggiate. Ancora una volta Genova fu protagonista della propria storia, come tantissime altre volte nei secoli passati, e come sono sicuro sarà ancora negli anni futuri”.
“Noi ricordiamo e rendiamo omaggio ai protagonisti della Liberazione dell'Italia, in particolare a coloro che qui a Genova la resero possibile con una straordinaria insurrezione, che fu definita anche dagli Alleati una insurrezione modello – ha aggiunto - Fu un successo pagato a caro prezzo, con centinaia di morti, migliaia di feriti tra civili e partigiani: a loro va il nostro commosso omaggio. La liberazione fu un momento di gioia e sollievo, ma anche il frutto di un enorme sacrificio da parte di chi lottò per la libertà è l'indipendenza del nostro Paese. Genova, con la sua storia complessa, ha svolto un ruolo decisivo nella Resistenza. Le sue strade, i suoi caruggi e suoi i quartieri hanno visto il coraggio di donne e di uomini che scelsero di rischiare tutto per difendere i valori in cui credevano: la libertà, la giustizia, l’antifascismo, la dignità dell'essere umano. È a loro che dobbiamo guardare, oggi come allora, e da loro dobbiamo continuare ad apprendere il senso profondo della democrazia. Una democrazia che non è mai un bene acquisito, ma che va coltivata, protetta e difesa ogni giorno. I diritti di cui godiamo oggi sono frutto di lotte, di rinunce, di sacrifici di sangue, talvolta della vita delle persone”.
“È nostro dovere – ha concluso - fare in modo che quelle conquistano non vengano mai dimenticate, né tantomeno messe in discussione da alcuno. Viviamo un presente complesso, segnato da nuove tensioni, da rigurgiti di intolleranza, da tentativi di riscrivere la storia. La libertà e la democrazia non sono mai scontate. La memoria è il nostro scudo più forte. A 80 anni dalla Liberazione, il nostro compito è quello di unire, il 25 Aprile non può essere occasione di scontro, ma deve essere patrimonio condiviso, fondamento della nostra identità repubblicana. Questo è il messaggio più forte che possiamo lanciare oggi, qui a Genova, alla presenza del Capo dello Stato e di tutte le autorità presenti oggi. Lo dobbiamo a chi ha sacrificato tutto, anche la vita, per lasciarci un’Italia migliore. Loro sono i nostri eroi. Lo dobbiamo anche ai giovani, affinché comprendano il valore della libertà conquistata e l'impegno che serve per difenderla, ogni giorno. Celebrazioni come quella di oggi ci aiutano a riflettere sul passato, ma anche sul futuro che vogliamo costruire. Abbiamo tutti noi la responsabilità di lasciare alle generazioni future un'Italia ancora più libera, ancora più giusta, ancora più solidale. Questo significa promuovere il dialogo, il rispetto reciproco, la partecipazione di tutti. Significa ogni giorno essere in grado di coltivare i valori della Costituzione, affinché siano vivi, attuali e condivisi. Oggi signor Presidente, da Genova, riaffermiamo con forza il nostro impegno per la libertà, la democrazia e la pace, con gratitudine verso chi ci ha donato questi valori, anche al costo della vita, con determinazione nel difenderli e nel trasmetterli, con grande fiducia nel futuro che tutti noi assieme vogliamo costruire. Viva Genova, viva l'Italia, viva il 25 Aprile”.
Prima dello spettacolo, a cui hanno assistito oltre 800 persone, il Presidente della Repubblica ha fatto visita al cimitero monumentale di Staglieno, dove ha deposto una corona di alloro al campo dei partigiani, accolto dal ministro della Difesa e dalle autorità locali.