Chiavari

Il quartiere degli Scogli in lutto per Paolo Borghi

Marittimo, lupo di mare, figura simbolica del dopoguerra. Il ricordo del comandante Andreatta

Il quartiere degli Scogli in lutto per Paolo Borghi
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Il quartiere degli Scogli a Chiavari in lutto per la scomparsa di Paolo Borghi, 85 anni, marittimo e lupo di mare.

Marittimo e lupo di mare

Primo remo del gozzo di Chiavari, Borghi ha contribuito alla vittoria del Palio Marinaro nel 1956. Con il fratello Ernesto "Cocco" è stata una delle figure simboliche del dopoguerra agli Scogli.

Lascia due figli, la moglie, parenti e amici. Il funerale si svolgerà oggi mercoledì 19 maggio alle ore 10, nella chiesa delle Saline a Chiavari.

Nella foto in basso, da sinistra: Paolo Borghi – Bruno Lenzini – Vittorio Pucci – Gianfranco Avalli detto “Babbo” – Oreste Della Pietà – “Pumin” Massone – Giulio Bacigalupo – Pierino De Michelis ed Ernesto Borghi.

Il ricordo di Andreatta

Un lungo ricordo, quello del comandante Ernani Andreatta, memoria storica del quartiere:

"Scorrendo le tante foto dei “ragazzi” degli Scogli non posso non imbattermi nei Borghi che  considero un simbolo per quello che è stato nel dopoguerra il Rione dove ho ancora la fortuna di abitare. Paolo era mio coetaneo e dopo la gioventù aveva fatto più di qualche imbarco su navi mercantili. Quindi trasferitosi a  Lavagna  lavorò con grande perizia e professionalità nelle barche da diporto di molte persone importanti, ma anche di semplici pescatori o lancette, che tenevano  la barca nel più grande porto della riviera che è appunto quello di Lavagna.

Qualche volta sono andato a trovarlo a Lavagna e lui mi raccontava  del  tipo di lavoro che svolgeva. Ricordo che a volte mi spiegava come questi proprietari di barche importanti gli affidavano il loro natante che lui “rivestiva” in modo elegante ma non mancando di mettere a posto anche i motori dei quali era un grande esperto. Spesso tornava agli Scogli e lo incontravo  nel Vicolo di via Argiroffo che per noi è sempre stato “U Caruggiu da Trippa”. Era un nome che aveva una ragione di essere perché il fratello di Paolo, che si chiamava Ernesto detto “Cocco”,  confezionava eccezionali piatti di trippa  che poi andavamo a mangiare in un fondo di proprietà dei Borghi proprio in questo “caruggiu”. Ma Cocco è sempre stato per antonomasia il “Cuoco degli Scogli” e i suoi piatti squisiti non si fermavano certo alla trippa …..

Sarei molto lieto che i giornali pubblicassero integralmente questa fotografia. A Sinistra  c’è Paolo e a destra Ernesto Borghi. Poi basta leggere la didascalia. Ebbene,  tutti quelli qui ritratti sono tutti scomparsi ! Per questo avrei piacere che fossero ricordati, sono stati  tutti miei grandi amici e li ricordo uno per uno. L’ultimo ad andarsene è stato proprio Paolo.

Paolo Borghi è stato anche molto attivo nel partecipare ai palii marinari che erano seguiti in modo straordinario da tutta la popolazione del territorio. Qui lo vediamo in un Palio di Chiavari classificato al primo posto dove aveva il “banco” di primo remo.

Naturalmente in gioventù Paolo è stato anche pescatore. Era una attività che nel rione Scogli non poteva essere evitata da nessuno. La pesca con la lampara si affermò a tal punto che agli Scogli si contavano ben nove equipaggi che vi si dedicavano: due al comando di “Gioanin” Tirone, due al comando di Dario Canepa,”Pisquillo”, Manuelo “u strasse”, Piaggio, Lamensa, Rino della Pietà.
La cattura del pesce aveva i  suoi tempi, le sue stagioni, a seconda del “passo” delle varie specie. Di solito i pesci che riempivano più spesso le reti erano le “pase”,’i “lacerti”,i “suelli”,le “ancioe”,i  “gianchetti”e “rossetti”. La pesca di questi ultimi si praticava anch’essa non discosto dalla riva e per essa veniva adoperata una rete a maglie molto fitte detta Sciabica dall’arabo “shabaka” cioè rete. Questa rete veniva calata dai gozzi nei pressi della riva, quindi trainata verso la battigia dove anche donne e bambini partecipavano al suo traino per arrivare al sacco finale sperando fosse pieno di pesci.  La raccolta del pescato poteva raggiungere il peso di più quintali. Il pescato, tolti i pesci più grossi,  veniva poi bollito in una soluzione di acqua ad alta concentrazione salina, indi i “gianchetti” venivano stesi su appo­siti telai. Successivamente essi erano confezionati in pacchi ed avviati ai mercati del Piemonte e della Lombardia. Quanto alle acciughe, ancora sino a poco tempo fa, agli Scogli si usava metterle sotto sale e ogni indigeno era depositario di piccoli segreti e di un modo personale in ordine alla loro conservazione e disposizione nelle “arbanelle” (vasi di vetro). Una volta, quando questo pesce azzurro veniva salato in grande quantità, poi  veniva stivato in fusti di legno e ai vasi di vetro si affiancavano quelli di terracotta. Spesso, nelle osterie della piazza, i pescatori usavano accompagnare al vino qualcuna di queste acciughe: appena tolte dai vasi, così com’era­no, dopo averle scosse un poco per liberarle dai grani di sale, venivano consumate assieme a un pezzo di pane. Di questi uomini oggi si ricorda soprattutto la grande solidarietà. Affratellati da un mestiere difficile, i giovani e i vecchi non solo frequentavano gli stessi ritrovi, ma formavano equipaggi misti nei quali le nuove leve guardavano con rispetto gli anziani. E gli anziani ricambia­vano con la loro benevolenza un po’ sorniona, tipica degli uomini di mare.

La comunità degli Scogli è sempre stata molto unita ed affiatata: segno di questa confidenza, che però qui in Liguria non osa mai varcare la soglia del focolare domestico, è la grande quantità di soprannomi e nomignoli che la fantasia del rione appiccicava ai suoi figli. Taluni diventano così conosciuti ed abusati da soppiantare nella memoria della gente il nome di battesimo dell’interessato.

Questo era l’ambiente in cui ha vissuto in gioventù Paolo Borghi oggi scomparso a 86 anni. Li ricordo tutti i figli di Carlo Borghi coniugato a Giovanna Di Blasi: Giuliana coniugata a Alfonso Spinosa, Ernesto detto Cocco coniugato a Emilia Bavestrello, Paolo, coniugato a Eliana Argenio, Miliuccia coniugata Gian Terroni, Pinin,   ultimo superstite coniugato ad Anna Trozzo. A Pinin ultimo dei cinque ancora in vita e ai  figli e nipoti  vorrei giungesse tutta il mio rammarico e dolore per avere perso un altro “Ragazzo degli Scogli”. 

Nella foto qui sotto: anno 1956 – L’armo di Chiavari classificatosi primo a San Michele di Pagana. Da sinistra: Paolo Borghi – Giorgio Pescio – Oreste Della Pietà e Guido Costa

 

 

 

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