La commemorazione

Il ricordo dei fratelli partigiani Bruno e Adolfo Vigorelli

Domenica 11 maggio il punto di ritrovo sarà a Portofino, presso il piazzale della chiesa del Divo Martino, alle 10:15

Il ricordo dei fratelli partigiani Bruno e Adolfo Vigorelli
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Domenica 11 maggio il Comune di Portofino e l'A.N.P.I. Sez. Silvio Solimano “Berto” di S. Margherita Ligure - Portofino - Rapallo, in occasione dell'80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, ricorderanno i fratelli partigiani Bruno e Adolfo Vigorelli “Fofi”.

La commemorazione si terrà nei pressi della lapide a loro dedicata. Punto di ritrovo: Piazzale della Chiesa del Divo Martino a Portofino, alle 10:15.

Chi erano Bruno e Adolfo Vigorelli

Bruno e “Fofi” Vigorelli erano figli di Diana e Ezio Vigorelli, un noto avvocato socialista che dopo l'armistizio dell'8 settembre, essendo membro della Giunta provvisoria di governo della Repubblica partigiana dell’Ossola che, ricercato dalla polizia fascista, lasciò Milano per fuggire in Svizzera. I suoi figli, anch'essi di idee democratiche, ben noti ai fascisti, lo seguirono; dopo aver conosciuto a Lugano Dionigi Superti, comandante della Divisione partigiana “Valdossola”, lo seguirono e tornarono in Italia per riprendere la lotta. Purtroppo caddero in Val Grande di Intra in occasione di un conflitto a fuoco che seguì il rastrellamento nazifascista del 20 giugno 1944.

Bruno Vigorelli nacque il 26 ottobre 1920 a Milano. Morì il 20 giugno 1944, cadendo in un burrone in Val Vigezzo, nel tentativo di soccorrere un compagno di battaglia. Gli fu conferita la Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.

Adolfo Vigorelli nacque il 26 ottobre 1921 a Milano. Entrò col fratello nella divisione Valdossola, con nome di battaglia “Fofi”.

Nel giugno del 1944, vi fu una vastissima operazione di rastrellamento dei nazifascisti nel Verbano in Cannobina e ad occidente dell’Ossola. Fofi e la sua compagnia furono raggiunti da un reparto di tedeschi che attraversava la Valgrande. Dopo l'aspra battaglia egli riuscì a sfuggire con pochi altri compagni, ma non prima di aver recuperato il corpo di suo fratello Bruno caduto in un burrone.

Adolfo ed il suo reparto si rifugiarono in una baita verso l’Alpe Casarola (in Val Grande di Intra), ma il 22 giugno i tedeschi li raggiunsero ed ingaggiarono una lunga battaglia coi partigiani, finché per l'esaurimento delle munizioni dovettero arrendersi, ma nonostante la resa i tedeschi decisero comunque di ucciderli sul posto.

Dopo la Liberazione, l’Università Cattolica di Milano conferì alla memoria di Adolfo Vigorelli, la laurea honoris causa in Giurisprudenza.

Gli fu conferita anche la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione:

«Giovane ufficiale di complemento, combatteva subito dopo l’armistizio in Milano. Individuato dalla polizia nazifascista riparava in Svizzera ma presto, insofferente di inazione, rientrava col fratello in Patria, in zona occupata dal nemico mentre si stava svolgendo un duro rastrellamento. Partecipava alla guerra partigiana distinguendosi in numerose e rischiose azioni per alto ardimento, sprezzo del pericolo e capacità di comando. In dieci giorni di aspra peregrinazione in zone impervie, prodigava instancabilmente il suo inesauribile entusiasmo ad animare i compagni come lui sfiniti dai combattimenti e dalle privazioni. Nel corso di un duro combattimento sostenuto in tragiche condizioni, sfuggito con pochi animosi all’accerchiamento nemico, si portava in aiuto del fratello precipitato in un burrone, e dopo averne pietosamente composto la salma, vincendo lo strazio del suo animo, riprendeva la marcia. Sorpreso dall’avversario, con i propri uomini stremati di forze e privi di munizioni, vista vana ogni ulteriore resistenza, piuttosto che arrendersi si faceva incontro al nemico affrontando da prode morte sicura. Caduto ferito, incitava i compagni alla lotta ed esalava l’ultimo respiro sotto nuovi colpi dell’avversario. Nobile esempio di ardimento e di elevato spirito patriottico.»

Val Grande - Ossola, 22 giugno 1944

Così morirono Bruno ed Adolfo Vigorelli, rispettivamente di 24 e 23 anni.

La lapide di Portofino ricorda i due giovani partigiani perché qui abitarono e trascorsero un periodo sereno della loro vita.

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