Il ricordo dell'eccidio del 30 ottobre 1944
L’orazione ufficiale è stata pronunciata dal consigliere regionale Claudio Muzio
È stato commemorato stamane, domenica 29 ottobre, a San Colombano Certenoli, l’eccidio del 30 ottobre 1944, quando otto partigiani furono fucilati in località Pedagna come rappresaglia per l’uccisione del capitano della Monterosa De Kummerlin, avvenuta il precedente giorno 29 ottobre.
La commemorazione
L’orazione ufficiale è stata pronunciata, al termine della Santa Messa e dopo l'intervento del sindaco Carla Casella, dal consigliere regionale Claudio Muzio, segretario dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa della Liguria. Presenti alla cerimonia anche numerosi sindaci e rappresentanti dei Comuni del territorio del Tigullio e del suo entroterra, l’Arma dei carabinieri, la polizia municipale ed una folta rappresentanza delle associazioni degli Alpini.
Nella sua orazione, dopo aver ripercorso con un testo della storica locale Francesca Marini i fatti avvenuti a San Colombano alla fine di ottobre di 79 anni fa, Muzio ha sottolineato che ricordare i caduti nell’eccidio
«non è soltanto un gesto di memoria, ma anche un elemento identitario, perché se oggi siamo qui, se siamo uomini, donne e comunità libere lo dobbiamo a chi ha sacrificato la propria vita per la libertà».
«Quello che emerge dal racconto dell’eccidio - ha proseguito il consigliere regionale - è il totale disprezzo della vita umana che fu alla base di quegli eventi. Un disprezzo che purtroppo vediamo in azione drammaticamente anche oggi, con la guerra in Ucraina e, più recentemente, con quanto accaduto in Israele il 7 ottobre scorso».
«Per questo - ha sottolineato ancora Muzio - non dobbiamo stancarci di fare memoria e di ricordare, oltre che la Storia con la S maiuscola, anche le storie di ognuna delle persone che, oggi come allora, hanno perso la vita. Tra le vittime dell’eccidio mi ha molto colpito quella di Giuseppe Pisani, figlio di un’umile famiglia della Calabria, laureatosi in legge dopo molti sacrifici e trasferitosi in Liguria dopo aver vinto il concorso come cancelliere presso la Pretura di Genova; egli contribuì ad evitare la distruzione di un borgo del nostro territorio, fu per questo incarcerato dai fascisti a Chiavari e fu infine giustiziato a Pedagna».
«La Resistenza - ha concluso Muzio -, che è stata un pezzo fondamentale della nostra storia, fu un fenomeno certamente complesso e variegato, dove però uomini provenienti da culture, idee politiche ed esperienze profondamente diverse seppero unirsi per fronteggiare il nemico comune in nome del valore assoluto della libertà, che non ha prezzo. Questa è una grande lezione che i padri costituenti hanno fatto propria, anche attraverso quello straordinario messaggio di pace che ci giunge dalla nostra Costituzione, che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. È in questo messaggio della Costituzione che vogliamo continuare a riconoscerci e per il quale vogliamo portare la nostra testimonianza».
La cerimonia ha avuto termine con la deposizione di una corona ai caduti ed un momento di preghiera presso il cimitero di San Colombano, dove sono sepolte tre delle vittime dell’eccidio: oltre a Giuseppe Pisani, anche il giovane ignoto di 18 anni ed il maresciallo dei carabinieri Arnaldo Emigli.