Attualità
Lavoro e formazione

In calo il numero dei ragazzi che non studiano e non lavorano in Liguria

Circa novemila in meno nel 2022 rispetto all'anno precedente

In calo il numero dei ragazzi che non studiano e non lavorano in Liguria
Attualità Chiavari - Lavagna, 01 Maggio 2023 ore 14:29

Cala il numero dei giovani liguri che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in percorsi di formazione, comunemente indicati con la sigla “Neet” (“Not in Education, Employment or Training”).

I dati

Secondo i dati raccolti dall’Istat ed elaborati da Alfa (Agenzia regionale per il lavoro, la formazione e l’accreditamento), nel 2022 i cosiddetti “Neet” nella fascia d’età 15 - 29 anni si sono attestati al 14,8%, in netta diminuzione rispetto al 19,6% registrato nel 2021 (- 4,8%). La percentuale ligure è inferiore anche alla media nazionale italiana, che nel 2022 ha registrato un 19%. La cifra riferita al 2022 in Liguria è inoltre il dato più basso dal 2018, anno di inizio del monitoraggio del numero di ragazzi che non sono impegnati in attività di formazione, lavoro o studio. Nell’anno da non molto trascorso, secondo le stime di Alfa, sono stati, dunque, 29.972 i giovani “Neet” liguri (13.345 gli uomini, 16.616 le donne), in calo di circa 9mila unità rispetto ai 39.263 del 2021.

Ulteriori dettagli

Secondo i dati del Rapporto del Benessere Equo e sostenibile in Italia diffuso dall’Istat sui “Neet”, il fenomeno è più diffuso tra le ragazze rispetto ai coetanei: in Liguria nel 2022 si fa riferimento al 17,2% della popolazione femminile compresa tra i 15 e i 29 anni, anche in questo caso in diminuzione rispetto alla percentuale del 20,5% registrata nel 2021. Tra i ragazzi liguri i “Neet” sono il 12,6%, in calo rispetto al 18,7% del 2021. Entrambi i dati sono inferiori alla media nazionale, che riporta una percentuale di 17,7% per gli uomini e del 20,5% delle donne.

I commenti

«Un dato significativo che conferma l’efficacia delle politiche formative attuate da Regione Liguria - commentano il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alla formazione Marco Scajola -. Abbiamo messo in atto un sistema virtuoso, che parte dall’ascolto del fabbisogno occupazionale del tessuto economico del territorio al fine di finanziare percorsi formativi mirati, che alternino attività in aula con quella sul campo direttamente in azienda. Corsi che rappresentano una reale opportunità di inserimento nel mondo del lavoro per i giovani. Solo con il bando Match Point 2, negli ultimi mesi abbiamo coinvolto 551 ragazzi e 332 aziende liguri, e gli ITS conclusi in questo periodo hanno dato esiti occupazionali straordinari. Da pochi giorni, inoltre, abbiamo stanziato 1,8 milioni di euro per finanziare corsi di formazione che aiutino i ragazzi con disabilità a trovare lavoro ed inserirsi nella società, perché nessuno deve rimanere indietro. Abbiamo iniziato un percorso per i giovani liguri che sta dando ottimi risultati e che intendiamo proseguire con impegno».

«I dati Istat elaborati da Alfa sono confortanti e confermano che, dopo le difficoltà legate alla pandemia del 2020 e del 2021 che hanno pesantemente condizionato le scelte delle imprese anche sulla volontà di assumere, nel 2022 abbiamo avuto in Liguria un sensibile calo dei giovani che non lavorano e non studiano - aggiunge l'assessore al lavoro e alle politiche attive dell'occupazione Augusto Sartori -. Un forte contributo a questo importante risultato è stato dato dalle politiche occupazionali e di formazione messe in atto dalla Regione, ad esempio Garanzia Giovani, giunta alla seconda edizione, che in questi anni ha contrastato decisamente l'annoso problema dell'abbandono scolastico e ha agevolato l'avviamento al lavoro di tanti nostri ragazzi. La situazione per il futuro sarà destinata a migliorare ancora grazie al programma Gol che, partito da poco, fornirà ulteriori strumenti per aiutare i giovani in difficoltà».

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