Isolona di Orero: "Cava ardè" apre i battenti

Il "Baraccun" adiacente alla cava di Isolona di Orero diventa oggi un'innovativa location polivalente con ristorante, un esclusivo spazio ampio e modulare avvolto nel fascino dell'ardesia

Isolona di Orero: "Cava ardè" apre i battenti
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Non trattiene l'emozione Liliana Lelli nel momento in cui invitata dal giornalista Massimo Minella presenta la sua creatura. "Cava ardè" è senza dubbio un luogo unico, nel cuore della Fontanabuona che mantiene inalterato il fascino di un tempo.

Cava ardè

Il "Baraccun" adiacente alla cava di Isolona di Orero diventa oggi un'innovativa location polivalente con ristorante, un esclusivo spazio ampio e modulare avvolto nel fascino dell'ardesia. La Lelli cercava un "capannone" per trascorrere le serate in compagnia di amici, poi si è lasciata prendere la mano e grazie all'aiuto del marito Giuseppe Zampini, ha fatto qualcosa di più. Un luogo curato nei minimi particolari, adatto per matrimoni, convention, eventi di ogni genere ed anche per ballare in quanto lo spazio non manca.

Stamane, sabato 13 ottobre, il taglio del nastro alla presenza del vescovo monsignor Alberto Tanasini e tante autorità. All'ultimo momento, per sopraggiunti impegni sono mancate quelle che erano le due "special guest star" il sottosegretario di Stato Edoardo Rixi e l'onorevole Roberto Bagnasco. Forse è stato meglio così, a farla da padrone è stato il territorio, la sua gente e quei sindaci che ben conoscono i sacrifici di chi vive in vallata.

L'inaugurazione del "Baraccun" è stata salutata con gioia e affetto. Qui non c'è investimento di soldi pubblici, c'è solo la passione di una donna, una famiglia, che ha voluto far rinascere un luogo destinato all'abbandono e al degrado. Un segno importante per l'intera vallata, alla Nelli un augurio, l'intuizione è giusta e merita successo. Suggestiva la visita in cava con Gianfranca Arata uno dei precedenti proprietari della cava nel ruolo di cicerone.

La videointervista al sindaco Gnecco

Commenti
Bruno Garaventa

Fare qualcosa di nuovo è sempre una cosa bella, poi il ricupero di laboratori o locali di ex centri di laboriosità sono una difesa della nostra coltura e storia. BRAVI e in bocca al lupo

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