«L’acqua resta pubblica, ma solo grazie alla mobilitazione popolare»
L'affondo di tutti i consiglieri comunali di minoranza insieme a Sandro Garibaldi e Davide Grillo

«L’acqua resta pubblica, ma solo grazie alla mobilitazione popolare». A Chiavari ecco l’affondo congiunto dei consiglieri comunali di minoranza Antonio Bertani, Mirko Bettoli, Alessandro Calcagno, Silvia Garibaldi, Giovanni Giardini, Nicola Orecchia: a loro si uniscono Sandro Garibaldi e Davide Grillo.
Il punto
«Dopo settimane di silenzi, dichiarazioni contraddittorie e ipocrisie istituzionali, oggi il Comune di Chiavari annuncia pubblicamente di aver respinto la proposta di cessione delle quote pubbliche di IREN Acqua Tigullio S.p.A.. Una decisione arrivata solo dopo la nostra raccolta firme, che in pochi giorni ha superato le mille sottoscrizioni e ha visto la partecipazione trasversale di cittadini, associazioni, comitati e forze politiche di ogni orientamento».
«È chiaro a tutti che questa retromarcia dell’amministrazione è frutto diretto della pressione pubblica, della trasparenza che abbiamo imposto e del risveglio civico che abbiamo innescato. L’amministrazione oggi si rifugia dietro criticità giuridiche e tecnicismi statutari, (che, peraltro, avevamo già messo in evidenza da subito), ma non dice una parola sul principio politico fondamentale: la gestione dell’acqua non può essere ceduta ai privati, perché è un bene comune, non un asset finanziario».
«Ci chiediamo dove fosse questa consapevolezza nelle settimane in cui il sindaco e la sua giunta valutavano con attenzione l’offerta di IREN da accogliere qualora fosse stata “vantaggiosa”. Perché non hanno parlato prima? Perché non hanno coinvolto la cittadinanza? Perché il confronto è stato totalmente assente, se non sotto la spinta della mobilitazione?»
«Oggi, dopo aver messo a rischio un patrimonio pubblico e aver mostrato tutta la fragilità di una visione amministrativa piegata alla logica del mero calcolo economico e della trattativa riservata, il Comune di Chiavari cerca di recuperare credibilità. Ma è tardi. Noi rivendichiamo con forza che la battaglia per l’acqua pubblica l’ha vinta la cittadinanza attiva, non certo un’amministrazione che si è mossa solo quando il consenso ha iniziato a scricchiolare. Il Tigullio non si vende. E oggi è più chiaro che mai».
«La nostra mobilitazione continua, perché vogliamo che la giunta Messuti/Segalerba, dopo aver detto tutto e il contrario di tutto, dichiari formalmente nella sede istituzionale del consiglio comunale e non solo sui mass media di impegnarsi a non vendere le azioni Iren Acqua Tigullio S.p.A., a tutela della gestione pubblica, trasparente e partecipata, di un bene essenziale come l’acqua. Attenderemo quindi che il consiglio comunale straordinario di cui abbiamo chiesto la convocazione entro il 7 agosto approvi all’unanimità l’ordine del giorno che abbiamo presentato come minoranza per dire definitivamente e irrevocabilmente no alla vendita delle azioni Iren Acqua Tigullio Spa in difesa della gestione pubblica dell’acqua. In attesa, sospendiamo temporaneamente i banchetti per la raccolta firme e continueremo a vigilare nell’interesse della cittadinanza».