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Nomina nuovo direttore artistico del Castello sul Mare, Carannante chiede chiarezza al sindaco

Il capogruppo di Libera Rapallo-Uninone Popolare domanda trasparenza sui criteri di scelta, sul coinvolgimento del comitato di gestione e sul curriculum del professionista incaricato

Nomina  nuovo direttore artistico del Castello sul Mare,  Carannante chiede chiarezza al sindaco

Il capogruppo di Libera Rapallo-Unione Popolare, Andrea Carannante, ha presentato un’interrogazione al sindaco Elisabetta Ricci per ottenere chiarimenti sulla scelta del nuovo curatore e direttore artistico dell’Antico Castello sul Mare. Una nomina affidata dall’Amministrazione tramite determina a una figura esterna, incaricata di programmare e curare le future esposizioni, con relativi costi a carico del Comune.

Le richieste

Carannante sottolinea come si tratti di «un incarico delicato», che richiede competenze specifiche, formazione adeguata ed esperienza nel settore culturale. Da qui la richiesta di conoscere i criteri con cui è stato selezionato il professionista, quali titoli possieda e quale percorso professionale lo sostenga.

Nell’interrogazione il consigliere chiede tre elementi puntuali:
– il curriculum del nuovo direttore artistico, per valutarne competenze e profilo;
– se il comitato di gestione del Castello, delle Clarisse e della Sala Primi sia stato coinvolto nella scelta, come previsto dal mandato attribuito dal Consiglio comunale;
– quali esperienze analoghe il professionista abbia svolto in altre amministrazioni o istituzioni culturali.

Secondo Carannante, si tratta di richieste «semplici ma fondamentali» per comprendere come l’Amministrazione stia operando su un bene culturale centrale per la città. «Quando si affida la gestione delle mostre del Castello a una figura esterna – osserva – è necessario essere trasparenti, spiegare perché, con quali obiettivi e con quali garanzie».
Il consigliere ricorda inoltre che il consiglio comunale ha istituito un comitato proprio per seguire le scelte culturali strategiche.

«Se viene ignorato, è doveroso chiederne conto. La cultura non può essere gestita con decisioni prese in pochi e senza un confronto vero», conclude Carannante.