Nuova manifestazione contro il Tunnel Fontanabuona
Organizzata dal Comitato rapallese per domenica 19 novembre, alle ore 12, a Santa Maria del Campo, all’inizio della Valle del Rio Tangone, di fianco alla scalinata della chiesa
"Radici profonde. Futuro più verde": questo il titolo della manifestazione che il Comitato rapallese "No Tunnel Fontanabuona" ha organizzato per domenica 19 novembre, alle ore 12, a Santa Maria del Campo, all’inizio della Valle del Rio Tangone, di fianco alla scalinata della chiesa.
"Un'iniziativa dall'alto valore simbolico"
“E’ un’iniziativa semplice, dall’alto valore simbolico – spiegano i rappresentanti del Comitato No Tunnel – pianteremo un ulivo nella fascia posta all’inizio della Valle che verrà cancellata dai lavori per la realizzazione del tunnel. Chiaramente il pensiero andrà anche alla zona di Arboccò che subirà lo stesso destino”.
“Una manifestazione diversa rispetto alle precedenti. Perché non è soltanto un No contro il Tunnel – spiegano con decisione gli attivisti del comitato - ma è soprattutto un sì alle nostre colline, alla nostra terra, alla nostra storia. Non siamo qui soltanto per confutare parole o idee, ma a lottare perché venga risparmiata la distruzione del nostro territorio, della Valletta del Rio Tangone in cui pianteremo l’ulivo, di quella adiacente verso via Sopralacroce e San Martino, di quella di Sant’Andrea di Foggia e di Arbocco’. E non solo di queste ma di tutte le colline che rappresentano il nostro bene primario.
L’ulivo non è solo il simbolo della pace, di cui c’è grande bisogno e che deve essere sempre presente nelle menti e nei cuori, è anche il simbolo della nostra terra, dei nostri padri, della storia della città. E’ il simbolo dei circa 28mila alberi che verranno sradicati o fatti saltare in aria, di un mondo “verde” che verrà distrutto. E’ il simbolo di ossigeno e vita contro il soffocante cemento, contro l’arroganza di chi vuole cemento e non tiene in nessun conto la vita delle persone”.Quindi l'albero contro il tunnel è un urlo verso il cielo che il Comitato vuole gridare insieme ai rapallesi. “Ci piacerebbe scalfire un muro d’indifferenza che porta soltanto sconfitte, rimpianti, recriminazioni su quello che poteva essere e che non sarà. Non c’è tempo e spazio per tutto questo – continuano i rappresentanti del Comitato - impiantando questo ulivo vogliamo dimostrare che il nostro interesse è fare iniziative che abbiano un senso e non siano terreno di sterile discussione. Situazioni che vanno oltre la semplice contestazione, che devono portare ad un modo diverso di pensare. Noi crediamo nelle possibilità che offrono le nostre frazioni e le colline, nel turismo escursionistico, “sostenibile”, nel dare vita ad ulteriori itinerari storici in modo da riscoprire e restituire dignità alle zone in cui vivevano i nostri “vecchi”, nel ripulire costantemente i sentieri già esistenti mettendoli in rete, magari collegandoli anche ad altri importanti percorsi collinari per dare vita a “circuiti escursionistici” e creare una fonte di nuova occupazione giovanile con agriturismi, punti di ristoro, guide ambientali. Crediamo che dall’arco collinare che ci sovrasta, custodisce ed unisce il Santuario di Montallegro a quello di Caravaggio possa nascere un futuro diverso per la nostra città.
Radici profonde e futuro più verde, come è scritto nel logo della manifestazione. Non storie già viste e infrastrutture e cemento che azzereranno tutto. Non ha senso cancellare importanti opportunità con degli esplosivi per far saltare in aria il nostro territorio. Non possiamo sempre soccombere. Basterebbe pensare a cosa sarebbe potuto succedere nelle recenti serate di intensa pioggia se sui viadotti autostradali che tagliano a metà le colline ci fossero stati i cantieri, con fango, terra, alberi, rami, materiale di scavo...cosa sarebbe potuto cadere sulle nostre teste e nei nostri torrenti? Si rischia il disastro. Senza contare che con il mezzo miliardo (almeno) che si spenderebbe per realizzare il tunnel si potrebbero eseguire interventi importanti per contrastare il dissesto idrogeologico delle nostre vallate”."Qualcuno potrebbe accusarci di utilizzare solo slogan perché non abbiamo strumenti da contrapporre al progetto della Società Autostrade. Sarebbe un grosso errore quando si crede in qualcosa, quando la si ritiene giusta, ci si rimbocca le maniche e si va avanti con forza e senso di responsabilità. Noi crediamo fermamente che l’Innesto A12-Val Fontanabuona sia un’opera assolutamente inutile, dannosa, pericolosa, che distruggerà non soltanto le colline che rappresentano la nostra storia, ma che con anni e anni di cantieri ad un chilometro dal casello metterà in ginocchio l’intera Rapallo.
Per questo motivo, per questo unico motivo, è oltre un anno che ci impegniamo, studiamo, ci scontriamo con le assurdità di un progetto senza senso. Abbiamo redatto numerose osservazioni e aiutato chi ha proposto risposte contro le vacue integrazioni al progetto scritte dalla Società Autostrade. Abbiamo appena richiesto una petizione alla UE con l’appoggio delle associazioni ambientaliste nazionali. Abbiamo dimostrato grande serietà nell’affrontare ogni problema riguardante il tunnel segnalando situazioni che ad altri sono sfuggite, stigmatizzando le grandi contraddizioni e le enormi mancanze di questo progetto e del modo di agire della Società Autostrade. Abbiamo conquistato credibilità con interventi puntuali e precisi, quanto mai dovuti perché non difendiamo interessi effimeri, ma la nostra gente e la nostra terra e quindi non possiamo permetterci di scherzare e approcciare discorsi se non con una doverosa preparazione”.E spunta un ultimo appello:
“Chiediamo la presenza ai nostri concittadini non per megalomania ma perché abbiamo il desiderio che trovino la voglia e il tempo per informarsi, per capire, per rendersi conto dell’assurdità di questa operazione. Il giorno in cui inizieranno gli espropri e quello in cui l’esplosivo farà saltare in aria il primo pezzo di collina Rapallo subirà una ferita che non sarà possibile rimarginare, come uno sfregio di vernice nera su un quadro di valore. Verranno realizzati centinaia di video, scattate mille fotografie e Rapallo sarà ricordata come la città che fa saltare in aria il proprio “verde”. Inoltre inizierà il lungo calvario di anni e anni di cantieri. Sarà possibile sopportare tutto questo?
Rapallo ha già pagato e sta pagando un tributo molto alto al cemento e alla rapallizzazione, ce ne rendiamo conto ogni giorno, travolti da situazioni difficili da superare perché è tutto intasato, schiacciato, compresso, soffocante.
E’ ora di dire basta e difendere la nostra terra, i nostri beni, quel poco di “verde vitale” che ci è rimasto, che può e deve essere strumento di crescita e sviluppo, non qualcosa che si può spazzare via come polvere e terra inutile”.Il logo ufficiale della manifestazione "Un albero contro un tunnel":