L'analisi

Sanità in Liguria, Garibaldi: «51 milioni di euro di fughe, il conto del fallimento di Toti»

L'affondo del capogruppo in consiglio regionale di Partito Democratico - Articolo Uno

Sanità in Liguria, Garibaldi: «51 milioni di euro di fughe, il conto del fallimento di Toti»
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Sanità in Liguria, l’affondo di Luca Garibaldi, capogruppo Partito Democratico - Articolo Uno in consiglio regionale.

L’analisi

«Cinquantuno milioni di euro il saldo negativo delle fughe in sanità nel 2020 - esordisce Garibaldi -. Il dato della fondazione GIMBE conferma che i liguri scappano per curarsi in altre regioni e che - anche nell'anno del COVID (sì, i dati arrivano molto tardi) - la tendenza è sempre quella. Cosa significano 51 milioni di fughe? Significa che la nostra Regione deve “pagare” le altre per i liguri che non si curano qui, ma vanno altrove. Essendo molti di più di quelli non liguri che si curano qui, alla fine il saldo è negativo: il che significa che risorse che possono essere destinate per personale, esami, servizi territoriali, ogni anno, devono venir destinate a pagare il conto reclamato dalle altre regioni. In sintesi è un dato che certifica il fallimento delle politiche sanitarie della destra. La Liguria è storicamente una regione che perde pazienti verso Piemonte, Lombardia e Toscana, ma il dato è peggiorato dal 2015 ad oggi e dopo sette anni di governo della destra, non si vedono correttivi, anzi, la fragilità aumenta, così come aumenta la difficoltà di essere percepiti come attrattivi. Questo vale per le fughe, ma anche con l'altro elemento collegato, cioè la gestione delle liste d'attesa. Vi cito solo un dato - aggiornato ad una settimana fa: in ASL 4 per una visita oculistica programmata (120 giorni) la lista d'attesa era di 610 giorni, novembre 2024».

«Ci sono due possibilità quando ci si trova davanti ad un problema: cercare una soluzione o far finta che il problema non esista addossando, magari la colpa ad altri - prosegue il consigliere regionale -. Se si tratta di politica, e di scelte che ricadono sulla vita dei cittadini, la decisione dovrebbe essere unanime: cercare una soluzione. Ed è l’esatto opposto di quello che porta avanti Regione Liguria, da anni e anni ormai: nascondere la polvere sotto il tappeto e al massimo, addossare la colpa su qualcun altro, i precedenti governi regionali, prima, i medici adesso. È quello che ha provato a fare ALISA, la struttura sanitaria cui si basa tutta la sanità ligure, addossando la colpa delle liste d’attesa infinite sui medici di famiglia. Diciamolo chiaramente: la colpa non è dei medici. Se per ricevere una visita medica specialistica in Liguria occorrono mesi o anni, la colpa è di un sistema che ormai si è inceppato, che tende sempre di più a dirottare le prestazioni sul privato invece che sostenere dignitosamente la sanità pubblica. La soluzione non può essere chiedere ai medici di famiglia di prescrivere meno, ma bisogna applicare un piano reale di diminuzione delle liste d’attesa, per farle scorrere velocemente, è questo che come opposizioni chiediamo da anni. Bisogna dare un servizio ai cittadini e non prendersela con chi svolge ampiamente il proprio lavoro, da sempre».

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