La commemorazione

Santa Margherita ricorda Niccolò Cuneo: una vita contro il fascismo

A 80 anni dalla sua morte nel campo di Gusen, una cerimonia sotto la targa dedicata al professore e antifascista

Santa Margherita ricorda Niccolò Cuneo: una vita contro il fascismo
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In occasione dell’80° anniversario della morte di Niccolò Cuneo, deportato e ucciso nel sottocampo di Gusen il 24 marzo 1945, la sezione ANPI di Santa Margherita Ligure-Portofino-Rapallo ha reso omaggio alla sua memoria con una cerimonia commemorativa sotto la targa stradale dedicata al concittadino antifascista.

La storia

Fin dai primi anni della guerra, la casa di Niccolò Cuneo a Santa Margherita, si andò trasformando da cenacolo culturale a centro di vivace critica al fascismo. Oltre a Cuneo ne erano promotori Nicola Lombruso, storico e scrittore di origine israelita, che proprio in quegli anni stava subendo le conseguenze delle leggi razziali di Mussolini, e soprattutto Antonio Giusti che era il miglior amico di Niccolò; di dieci anni più anziano di Cuneo, Giusti aveva vissuto sulla sua pelle le prepotenze del fascismo.

Eletto sindaco di Cogoleto nelle ultime votazioni democratiche prima dell’ascesa al potere di Mussolini, era stato defenestrato dalla sua carica immediatamente dopo la marcia su Roma, per far posto al podestà fascista.
Si incontravano spesso nell’abitazione di Santa Margherita assieme ad altri antifascisti, preparando piani per fare propaganda fra i giovani e favorire la loro adesione al movimento partigiano.

Questa attività clandestina venne scoperta, forse attraverso una delazione, dalle SS. All’inizio di giugno del 1944 i nazisti irruppero nell’abitazione di Santa Margherita e portarono con loro Niccolò Cuneo, ma lo rilasciarono poco dopo per mancanza di prove a suo carico. La sua libertà non durò a lungo; l’8 giugno un nuovo arresto e questa volta definitivo.

Inizia per lui quello che un suo familiare ha definito “la sua Via Crucis”: comando tedesco di Portofino, Casa dello studente di Genova (luogo di torture per chiunque vi entrasse), carcere di Marassi, Carpi, Bolzano, e infine a Mauthausen, dove morì, nel sottocampo di Gusen, il 24 marzo 1945.

Analoga fu la sorte di Antonio Giusti, arrestato contemporaneamente all’amico Cuneo e deportato a Flossenburg, dove morì il 2 dicembre 1944.
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