Il punto

Sestri Città Aperta: «Diritto all’abitare: quali proposte dal Comune di Sestri Levante?»

Le considerazioni dell'associazione culturale

Sestri Città Aperta: «Diritto all’abitare: quali proposte dal Comune di Sestri Levante?»
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«Diritto all’abitare: quali proposte dal Comune di Sestri Levante?». È la domanda che si pone l'associazione culturale “Sestri Città Aperta”, che lancia «un appello per un confronto inclusivo e una politica abitativa che metta al centro i bisogni delle persone, non solo gli interessi del mercato».

Il punto di “Sestri Città Aperta”

«Il 15 maggio si è svolto a Sestri Levante, in Sala Bo, Palazzo Fascie, un incontro pubblico patrocinato dal Comune dal titolo “Perché non si trovano case in affitto? Un’indagine al di là dei facili capri espiatori”, alla presenza del sindaco Francesco Solinas, del vicesindaco e assessore al Bilancio Sandro Muzio, intervenuto anche come relatore, dell’assessore all’Urbanistica Luigi Ceffalo e di diversi rappresentanti della maggioranza - si legge nella nota diffusa da “Sestri Città Aperta” -. Apprezziamo l’iniziativa del Comune di affrontare pubblicamente un tema cruciale come quello dell’abitare e dell’accesso alla casa, una questione che tocca da vicino la vita di moltissimi cittadini di Sestri Levante e del Tigullio, come da tempo noi di Sestri Città Aperta registriamo e sottolineiamo. Esprimiamo tuttavia stupore e forte preoccupazione per l’approccio adottato dal convegno, sostenuto ai massimi livelli dal Comune: la scelta di dare voce esclusivamente a un gruppo di interesse ben definito, quello dei proprietari immobiliari».

«Nel corso dei vari interventi - prosegue l’associazione -, il presidente nazionale di Confedilizia, il presidente dell’AIGAB (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi), e altri professionisti del settore, hanno promosso posizioni apertamente favorevoli alla deregolamentazione totale del mercato immobiliare, opponendosi a qualsiasi vincolo a tutela degli inquilini, testimoniando una scelta di campo chiaramente unilaterale. Sorprende, e francamente delude, che su un tema tanto rilevante non si sia invece ritenuto di dare spazio, accanto alla voce importante dei proprietari, anche a quella degli inquilini e dei rappresentanti del terzo settore, che da anni operano sul territorio per garantire l’accesso alla casa. Alcune dichiarazioni emerse durante l’incontro ci appaiono poi del tutto scollegate dalla realtà che vivono quotidianamente molte famiglie di Sestri Levante. Sostenere che “gli affitti a Sestri sono al di sotto del prezzo di mercato” significa non tenere conto del fatto che, nella nostra città, anche chi ha un lavoro spesso non riesce a sostenere i costi degli affitti a lungo termine. In troppi casi le famiglie sono infatti costrette a lasciare la propria casa nei mesi estivi o addirittura a trasferirsi stabilmente nei comuni limitrofi, allontanandosi dalla rete sociale e lavorativa su cui si regge la loro vita. Inoltre alcuni dei dati e delle informazioni condivisi dai relatori relativi alla mappatura degli immobili e agli appartamenti destinati agli affitti brevi sono risultati parziali e in alcuni casi inesatti. Colpisce, infine, la leggerezza con cui si è presentato il fenomeno degli affitti brevi come una “grande occasione di rigenerazione urbana” proprio mentre in tutta Italia - da Venezia a Firenze, da Pisa a Roma - amministrazioni locali di ogni colore politico cercano di regolamentare un modello di business che troppo spesso finisce per espellere i residenti e svuotare i centri urbani e, anche a Sestri Levante, contribuisce alla difficoltà di mantenere aperte tutte le scuole».

«Quale visione abitativa propone allora il Comune di Sestri Levante ai suoi cittadini? - tira le somme “Sestri Città Aperta” -. Le scelte recenti, dallo svincolo dell’ex hotel Villa Jolanda, per la realizzazione di appartamenti di lusso in Penisola, alla riconversione di immobili centrali in seconde case, sembrano indicare una direzione chiara: meno regole, meno tutele, briglie sciolte al libero mercato e poca attenzione per i cittadini. Ma il mercato, da solo, non garantisce il diritto alla casa e non attenua le difficoltà di chi la città la vive e la abita tutto l’anno. Noi di Sestri Città Aperta chiediamo con urgenza che si apra un confronto reale e plurale, che tenga conto della voce di chi la casa non ce l’ha, di chi la cerca, di chi è costretto a lasciarla ogni estate. E che si costruisca, finalmente, una politica dell’abitare capace di rispondere ai bisogni della comunità e non solo agli interessi di pochi. Attendiamo risposte. Con preoccupazione».

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