«Da noi si fermano meno treni? Ebbene, che li si paghi di meno»

La provocatoria mozione presentata a Moneglia, il Comune dell'ex Provincia di Genova più penalizzato dal nuovo orario "cadenzato": «perché pagare quanto gli altri, se non riceviamo altrettanto in cambio?»

«Da noi si fermano meno treni? Ebbene, che li si paghi di meno»
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Una mozione sull'"iniquo" servizio ferroviario a Moneglia potrebbe uscire dai confini del borgo e tornare a far discutere, a pochi giorni dalla firma del contratto di servizio quindicennale.

Orario cadenzato e coincidenze obbligate, i soliti sospetti

Il nuovo orario ferroviario entrato in vigore nel 2016, il cosiddetto "cadenzato", ha creato molti disagi soprattutto per i residenti e pendolari in particolare dei Comuni di Moneglia, Deiva Marina, Framura e Bonassola (nella foto in evidenza durante una manifestazione di protesta di fronte alla stazione di Chiavari). Questo in parte per la complessiva riduzione del numero di convogli che fanno fermata, ed in altra parte per l'obbligo di coincidenza a Sestri Levante.

Nei primi mesi questo provvedimento, che ha spezzato il Levante in due linee, rappresentava per i viaggiatori tempi di percorrenza tragicomici per tratte anche assai brevi: un esempio? Un pendolare monegliese che doveva andare a lavorare a Lavagna impiegava quasi un'ora per una tratta di nemmeno 20 chilometri. Un discreto fondista ci avrebbe letteralmente impiegato di meno a piedi. A seguito delle mediazioni fra comitati pendolari, Comuni, Regione e Trenitalia, nel corso del tempo a questo disagio si è posto parzialmente rimedio, con l'istituzione di alcuni convogli speciali che fanno eccezione allo stop obbligato (uno al mattino ed uno alla sera per i pendolari, ed uno nel primo pomeriggio per gli studenti di rientro) ed in generale con la riduzione dei tempi di attesa delle coincidenze fra regionali alla stazione di Sestri Levante. Per restare nel solco del succitato esempio Moneglia - Lavagna, i tempi di percorrenza sono scesi a poco più di mezz'ora. Di contro, paradossalmente - ma è vero d'altronde che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca - la riduzione dei tempi di coincidenza ha preso a comportare d'altra parte il rischio di perderne una in caso un convoglio faccia ritardo superiore ai 10 minuti.

La mozione della minoranza

A Moneglia, che un tempo era assai più servita dalle ferrovie, persino con fermate di importanti treni diretti per Milano, il problema continua dunque ad essere sentito, ed ecco che in merito arriva la provocatoria mozione presentata ieri dal gruppo di minoranza consiliare "Per Moneglia". I consiglieri di minoranza, capitanati dal capogruppo Raffaele Vernengo, hanno fatto un confronto proprio tra il servizio che le ferrovie offrono a Moneglia e a Lavagna, dove teoricamente fermano le stesse categorie di treni. Ebbene, malgrado ciò, solo in virtù del miglior posizionamento geografico di Lavagna, in questa stazione fermano il 50% in più di convogli rispetto a Moneglia.

Vernengo fa notare, nella mozione, che il Comune di Moneglia è l'unico a levante della Provincia di Genova «ad essere stato pesantemente emarginato e dimenticato dal sistema di trasporto su rotaia ledendo il diritto di un trasporto pubblico equo», e segnala come il nuovo orario avrebbe portato ad una sensibile diminuzione degli introiti derivanti dalla bigliettazione, «a dimostrazione del danno arrecato al paese in termini di mobilità».

Vernengo: «Si fermino più treni: e se ciò non può avvenire, che si paghi per quanto effettivamente ci viene offerto, cioè di meno»

La proposta che dunque la mozione presenta al Consiglio è doppia, e racchiude una possibilmente dirompente provocazione: la richiesta principale è che l'Amministrazione si impegni a richiedere eccezionalmente alla Regione ed al gestore del servizio le fermate dei regionali veloci per fornire maggiori e più rapide possibilità all'utenza. Ma in alternativa, e qui scatta il punto che potrebbe generare un certo marasma, «a fronte di un servizio iniquo rispetto ai comuni con fermate delle stesse categorie di treno, si chieda una riduzione delle tariffe dei biglietti e degli abbonamenti in proporzione al servizio effettivamente erogato (-33%)».

Se la proposta restasse all'interno della sala consiliare monegliese sarebbe magari finita lì, ma c'è da chiedersi se la "provocazione" non possa venire presa ad esempio da altre località che dal nuovo sistema ferroviario sono state egualmente - se non ancor più - penalizzate, come le già citate e vicine Deiva Marina, Framura e Bonassola, e se possa dunque da ciò tornare a presentarsi una forte pressione per un miglioramento del servizio, per cui è appena stato firmato - fra proclami della Regione e polemiche dei pendolari - il lunghissimo contratto di 15 anni, con tante promesse da una parte ma anche tanta sensazione di abbandono per i Comuni più piccoli o meno valorizzati.

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