Sicurezza sul lavoro, oltre 500 persone al presidio della Cisl
Ieri, lunedì 26 febbraio, davanti al palazzo della Regione
Oltre 500 persone si sono ritrovate ieri, lunedì 26 febbraio, a Genova, in piazza De Ferrari, davanti alla Regione, per partecipare al presidio regionale organizzato dalla Cisl Liguria con i delegati sindacali e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, un’iniziativa nell’ambito della mobilitazione nazionale della Cisl contro gli infortuni e le morti sul lavoro. Nell’occasione è stato consegnato e discusso con la Regione il decalogo di proposte della Cisl.
Il commento
«La protesta è legittima, sacrosanta. E noi siamo qui anche per questo. Ma la protesta da sola non basta. Serve un grande patto di responsabilità tra governo, istituzioni, aziende e sindacati per fermare le tragedie sui posti di lavoro. Bisogna alzare l’asticella per un'azione di contrasto contro un'emergenza nazionale. Riteniamo di assoluto interesse e valore il fatto che il presidente Toti insieme agli assessori Piana e Scajola si sia impegnato a portare il nostro decalogo di proposte all’attenzione della Conferenza Stato - Regioni ma sono ancora diversi i punti che devono trovare risposte puntuali dalle istituzioni ai vari livelli - ha spiegato il segretario generale della Cisl Liguria Luca Maestripieri, che ha presentato il decalogo insieme ad una delegazione composta dalla segreteria regionale della Cisl e dai segretari generali delle categorie interessate e insieme ai rappresentanti della sicurezza -. Di fronte alla tutela della vita e della salute umana dobbiamo essere tutti mobilitati senza differenze, senza divisioni e con spirito repubblicano per arginare questa piaga. La patente a punti è una proposta storica della Cisl, siamo quindi soddisfatti del fatto che verrà inclusa nel decreto del Governo dopo l’incontro a Palazzo Chigi. Serve rispetto delle norme sulla sicurezza e l’applicazione del contratto collettivo di riferimento: condizioni fondamentali per partecipare alle gare d'appalto. Poi bisogna trasferire tutte le tutele previste negli appalti pubblici anche agli appalti privati. Inoltre ci sono 3 miliardi di euro ogni anno che sono l'avanzo di bilancio dell'Inail: sono soldi dei lavoratori e delle imprese che vanno a risanare le casse dello Stato. Ebbene, questi soldi devono servire per fare prevenzione. Poi, chiaramente oltre la prevenzione bisogna fare anche controllo e quando serve repressione. Non è più rinviabile una grande stagione di assunzioni di ispettori, di medici del lavoro, di tecnici della prevenzione e bisogna intervenire sulle sanzioni che devono essere più robuste di quelle attuali che non spaventano nessuno».