il personaggio

Talenti nostrani: Gaia Garaventa, da Blanca allo spot Esselunga

L'attrice 22enne, originaria del Tigullio, si racconta

Talenti nostrani: Gaia Garaventa, da Blanca allo spot Esselunga
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E’ originaria del Tigullio, Gaia Garaventa, 22 anni il 31 marzo, che di recente ha fatto il suo esordio nella seconda stagione di “Blanca”, la fortunata serie tv della Rai ambientata tra Camogli e Genova. Gaia interpreta infatti la parte di Carlotta, figlia del commissario Mauro Bacigalupo (rappresentato da un altro ligure, Enzo Paci) nella puntata “Il ladro di cani” e ha conquistato tutti con la sua spontaneità e simpatia, oltre che per la sua bellezza acqua e sapone. Ma gli occhi più attenti l’avranno anche notata nell’ultimo spot della Esselunga, lanciato in occasione del Festival di Sanremo, dove Gaia è Arianna, una giovane ragazza che sogna di andare a vivere da sola ma deve fare i conti con la resistenza del padre: sarà una carota, scovata in un supermercato Esselunga di Genova, a far riaffiorare vecchi ricordi in famiglia e scatenare una ritrovata complicità.

L'intervista

Gaia, come sei entrata in questo mondo? «Non per caso, dopo la maturità (si è diplomata al liceo Luzzati di Chiavari, ndr) mi sono trasferita a Roma e lì ho frequentato per alcuni anni l’Accademia di recitazione “Sergio Martinelli” Studio Emme. Ho preso lezioni con l’acting coach Saverio Deodato e dopo una selezione, ho frequentato il laboratorio del noto coach Alessandro Prete. Ho fatto tanti, tantissimi casting, non li conto più… E poi è arrivata l’opportunità di Blanca, un’esperienza bellissima che spero possa continuare con la terza stagione, e dello spot Esselunga. Ora ne ho finito un altro, ma non posso dire nulla di più…»

 

Che visione hai di questo mestiere? «Che nulla è improvvisato e che, soprattutto, è un mestiere serio! Che va preso seriamente, mi è capitato più volte che la gente alla risposta “Cosa fai nella vita?”, mi ridesse in faccia, “Fai l’attrice, vabbé”, ma per fare questa professione ci vuole tanta testa, passione, studio. Io le chiamo le tre C: ci vogliono cervello, cuore e… culo! Non conta solo che devi saper recitare, ma devi trovarti al momento giusto e nel set giusto con il ruolo adatto a te. Ricordo che ero arrivata sino in fondo ad un provino al quale tenevo molto, ma poi è saltato tutto perché il mio profilo non corrispondeva alla figlia del protagonista, non ci assomigliavo abbastanza. Una cosa però ce l’ho chiara in testa: è il mestiere che voglio fare, c’è tantissima concorrenza e non basta dire lo voglio fare, è un percorso molto bello ma non semplice. Di sicuro voglio provarci con tutte le mie forze e non aver rimpianti. Questo mondo mi ha sempre appassionato da quando sono bambina, i miei genitori mi hanno sempre spronato».

 

In che modo la tua famiglia ti ha supportato in questa scelta? «I miei genitori mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato, sin da piccola ad esempio ho avuto la fortuna di essere affiancata per imparare bene l’inglese, mi hanno fatto frequentare a Chiavari un asilo dove si parlava continuamente in lingua e poi sono stata seguita da persone inglesi che mi parlavano in inglese, oggi ho piena padronanza della lingua. La recitazione è la mia strada ma anche la scrittura, mia madre (Simona Liubicich, volto noto anche nel Tigullio, scrittrice di Mondadori e Harper Collins, mancata a soli 50 anni nel 2021 per una malattia), mi ha dato l’imprinting della scrittura, ho sempre avuto l’istinto di voler raccontare delle storie alle persone, sia recitandole che scrivendole. Il mio sogno sarebbe recitare sino a 30-35 anni e poi passare alla regia e alla sceneggiatura, mia madre scriveva romanzi rosa, io amo più il genere psicologico e i thriller».

Gaia Garaventa in Blanca con Maria Chiara Giannetta e Giuseppe Zeno

 

Com’è stata l’esperienza con Blanca? «Blanca è stata la mia prima esperienza sul set, ero molto emozionata e ho visto veramente come funziona un set, dietro ci lavorano tantissime persone, è come una catena di montaggio, una fabbrica, dove anche la persona con il ruolo che può sembrare più piccolo, se si inceppa, ferma tutto, quindi ogni singola figura lì dentro è importante, è un mondo molto complesso e affascinante, un lavoro di squadra. Gli attori sul set sono stati fantastici, dal mio “papà” Enzo Paci a Maria Chiara Giannetta (Blanca) sino a Giuseppe Zeno (Michele Liguori) e tutti gli altri, c’era un clima molto conviviale, mi hanno fatto sentire a mio agio. Non sempre questo accade, alcuni colleghi mi hanno raccontato di set dove tutti sono nervosi e di fretta, devo dire che fino ad oggi sono stata molto fortunata. Abbiamo girato tra il 2022 e il 2023, una parte in Liguria e una parte negli studi vicino Roma».
In Blanca sei una animalista convinta, com’è il tuo rapporto con gli animali? Hai avuto modo di conoscere anche il famoso Linneo? «Adoro i cani e ne ho sempre avuto in vita mia, in ordine un alano, un pastore tedesco e un Labrador: purtroppo Vlad, Ade e Isotta sono tutti passati a miglior vita. Oggi ho un gattone che adoro, un maine coon rosso che ho chiamato Uragano. Con Linneo purtroppo nessun rapporto ravvicinato, essendo un cane iper addestrato doveva essere toccato solo da Maria Chiara Giannetta in modo che non si agitasse troppo».

 

La Liguria: tu sei andata via da Lavagna per inseguire il tuo sogno, in cosa è forte questa regione e in cosa potrebbe migliorare? «Sono nata a Lavagna e ho passato la mia infanzia nel Tigullio, in Liguria i paesaggi non mancano, le riprese esterne di Blanca non a caso sono tutte bellissime e penso rendano omaggio alla nostra regione, il nostro territorio è bellissimo. Per i giovani però si potrebbe fare di più, non basta concentrarsi solo sul turismo estivo, occorrono iniziative costanti, in tutte le stagioni, anche e soprattutto per noi giovani che siamo il motore di domani. La mia maturità è stata nell’anno del covid, nel 2020, al Luzzati indirizzo design - il mio esame orale è stato con un solo testimone, la mia migliore amica, perché non potevano entrare altre persone, è stato quasi surreale! -, subito dopo la scuola ho sentito il bisogno di “emigrare” per avere più possibilità lavorative. Ora sono iscritta anche alla facoltà di Scienze politiche indirizzo scienze internazionali e diplomatiche a Genova, mi pare un connubio perfetto tra giurisprudenza ed economia e spero mi dia strumenti utili nel mio percorso. Ad esempio, saper leggere i contratti che firmo, anche se tutto è filtrato dagli agenti. Voglio essere consapevole, avere gli occhi aperti su quello che mi circonda».E’ originaria del Tigullio, Gaia Garaventa, 22 anni il 31 marzo, che di recente ha fatto il suo esordio nella seconda stagione di “Blanca”, la fortunata serie tv della Rai ambientata tra Camogli e Genova. Gaia interpreta infatti la parte di Carlotta, figlia del commissario Mauro Bacigalupo (rappresentato da un altro ligure, Enzo Paci) nella puntata “Il ladro di cani” e ha conquistato tutti con la sua spontaneità e simpatia, oltre che per la sua bellezza acqua e sapone. Ma gli occhi più attenti l’avranno anche notata nell’ultimo spot della Esselunga, lanciato in occasione del Festival di Sanremo, dove Gaia è Arianna, una giovane ragazza che sogna di andare a vivere da sola ma deve fare i conti con la resistenza del padre: sarà una carota, scovata in un supermercato Esselunga di Genova, a far riaffiorare vecchi ricordi in famiglia e scatenare una ritrovata complicità.

 

Gaia, come sei entrata in questo mondo? «Non per caso, dopo la maturità (si è diplomata al liceo Luzzati di Chiavari, ndr) mi sono trasferita a Roma e lì ho frequentato per alcuni anni l’Accademia di recitazione “Sergio Martinelli” Studio Emme. Ho preso lezioni con l’acting coach Saverio Deodato e dopo una selezione, ho frequentato il laboratorio del noto coach Alessandro Prete. Ho fatto tanti, tantissimi casting, non li conto più… E poi è arrivata l’opportunità di Blanca, un’esperienza bellissima che spero possa continuare con la terza stagione, e dello spot Esselunga. Ora ne ho finito un altro, ma non posso dire nulla di più…»

 

Che visione hai di questo mestiere? «Che nulla è improvvisato e che, soprattutto, è un mestiere serio! Che va preso seriamente, mi è capitato più volte che la gente alla risposta “Cosa fai nella vita?”, mi ridesse in faccia, “Fai l’attrice, vabbé”, ma per fare questa professione ci vuole tanta testa, passione, studio. Io le chiamo le tre C: ci vogliono cervello, cuore e… culo! Non conta solo che devi saper recitare, ma devi trovarti al momento giusto e nel set giusto con il ruolo adatto a te. Ricordo che ero arrivata sino in fondo ad un provino al quale tenevo molto, ma poi è saltato tutto perché il mio profilo non corrispondeva alla figlia del protagonista, non ci assomigliavo abbastanza. Una cosa però ce l’ho chiara in testa: è il mestiere che voglio fare, c’è tantissima concorrenza e non basta dire lo voglio fare, è un percorso molto bello ma non semplice. Di sicuro voglio provarci con tutte le mie forze e non aver rimpianti. Questo mondo mi ha sempre appassionato da quando sono bambina, i miei genitori mi hanno sempre spronato».

Nello spot Esselunga

In che modo la tua famiglia ti ha supportato in questa scelta? «I miei genitori mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato, sin da piccola ad esempio ho avuto la fortuna di essere affiancata per imparare bene l’inglese, mi hanno fatto frequentare a Chiavari un asilo dove si parlava continuamente in lingua e poi sono stata seguita da persone inglesi che mi parlavano in inglese, oggi ho piena padronanza della lingua. La recitazione è la mia strada ma anche la scrittura, mia madre (Simona Liubicich, volto noto anche nel Tigullio, scrittrice di Mondadori e Harper Collins, mancata a soli 50 anni nel 2021 per una malattia), mi ha dato l’imprinting della scrittura, ho sempre avuto l’istinto di voler raccontare delle storie alle persone, sia recitandole che scrivendole. Il mio sogno sarebbe recitare sino a 30-35 anni e poi passare alla regia e alla sceneggiatura, mia madre scriveva romanzi rosa, io amo più il genere psicologico e i thriller».

Com’è stata l’esperienza con Blanca? «Blanca è stata la mia prima esperienza sul set, ero molto emozionata e ho visto veramente come funziona un set, dietro ci lavorano tantissime persone, è come una catena di montaggio, una fabbrica, dove anche la persona con il ruolo che può sembrare più piccolo, se si inceppa, ferma tutto, quindi ogni singola figura lì dentro è importante, è un mondo molto complesso e affascinante, un lavoro di squadra. Gli attori sul set sono stati fantastici, dal mio “papà” Enzo Paci a Maria Chiara Giannetta (Blanca) sino a Giuseppe Zeno (Michele Liguori) e tutti gli altri, c’era un clima molto conviviale, mi hanno fatto sentire a mio agio. Non sempre questo accade, alcuni colleghi mi hanno raccontato di set dove tutti sono nervosi e di fretta, devo dire che fino ad oggi sono stata molto fortunata. Abbiamo girato tra il 2022 e il 2023, una parte in Liguria e una parte negli studi vicino Roma».

In Blanca sei una animalista convinta, com’è il tuo rapporto con gli animali? Hai avuto modo di conoscere anche il famoso Linneo? «Adoro i cani e ne ho sempre avuto in vita mia, in ordine un alano, un pastore tedesco e un Labrador: purtroppo Vlad, Ade e Isotta sono tutti passati a miglior vita. Oggi ho un gattone che adoro, un maine coon rosso che ho chiamato Uragano. Con Linneo purtroppo nessun rapporto ravvicinato, essendo un cane iper addestrato doveva essere toccato solo da Maria Chiara Giannetta in modo che non si agitasse troppo».

Gaia Garaventa con Enzo Paci in Blanca

La Liguria: tu sei andata via da Lavagna per inseguire il tuo sogno, in cosa è forte questa regione e in cosa potrebbe migliorare? «Sono nata a Lavagna e ho passato la mia infanzia nel Tigullio, in Liguria i paesaggi non mancano, le riprese esterne di Blanca non a caso sono tutte bellissime e penso rendano omaggio alla nostra regione, il nostro territorio è bellissimo. Per i giovani però si potrebbe fare di più, non basta concentrarsi solo sul turismo estivo, occorrono iniziative costanti, in tutte le stagioni, anche e soprattutto per noi giovani che siamo il motore di domani. La mia maturità è stata nell’anno del covid, nel 2020, al Luzzati indirizzo design - il mio esame orale è stato con un solo testimone, la mia migliore amica, perché non potevano entrare altre persone, è stato quasi surreale! -, subito dopo la scuola ho sentito il bisogno di “emigrare” per avere più possibilità lavorative. Ora sono iscritta anche alla facoltà di Scienze politiche indirizzo scienze internazionali e diplomatiche a Genova, mi pare un connubio perfetto tra giurisprudenza ed economia e spero mi dia strumenti utili nel mio percorso. Ad esempio, saper leggere i contratti che firmo, anche se tutto è filtrato dagli agenti. Voglio essere consapevole, avere gli occhi aperti su quello che mi circonda».

Claudia Sanguineti

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