Diocesi di Chiavari

Te Deum, l'omelia del Vescovo Giampio Devasini

Le parole pronunciate ieri, sabato 31 dicembre

Te Deum, l'omelia del Vescovo Giampio Devasini
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Riflettori puntati ieri, sabato 31 dicembre, sulle parole pronunciate dal vescovo diocesano, monsignore Giampio Devasini, in occasione della Celebrazione di fine anno e del canto del “Te Deum” nella Parrocchia di San Giovanni Battista a Chiavari.

L’omelia del Vescovo Devasini

«Cari fratelli e sorelle, questa Celebrazione eucaristica mi offre l’occasione per fare, ovviamente dal mio punto di vista, un sintetico bilancio di alcune esperienze diocesane da me vissute negli ultimi 12 mesi. 11 esperienze in tutto ma sicuramente ne ho dimenticato qualcuna: purtroppo non ho l’abitudine di tenere un diario. Eccole: la seconda tappa della prima fase del cammino sinodale; la tre giorni del Clero a Marina di Massa: il pellegrinaggio dei cresimati a Roma curato dalla Servizio diocesano per la pastorale dei giovani; il pellegrinaggio degli ammalati a Lourdes curato da Unitalsi; l’incontro con i dirigenti scolastici curato dal Servizio diocesano per la pastorale scolastica; lo scambio degli auguri con i Sindaci; l’accoglienza degli Ucraini; le visite ai carcerati; una serata a Casa Bruzzone; l’Anno colombaniano; l’introduzione della Causa di beatificazione e canonizzazione di Albino Badinelli. Cominciamo».

«Come certamente alcuni di voi sanno, è in corso la seconda tappa della prima fase – cd fase narrativa – del cammino sinodale iniziato a livello universale nell’ottobre del 2021, tappa che si concluderà a maggio 2023. La Chiesa italiana ha individuato tre cantieri e cioè tre ambiti in cui praticare, in questa seconda tappa, un ascolto più ampio e approfondito: il cantiere della strada e del villaggio, il cantiere dell’ospitalità e della casa, il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale (ogni singola Diocesi può individuare un quarto cantiere). Tendenzialmente, nella nostra Diocesi, il primo e il terzo cantiere vengono curati dall’Equipe sinodale – di cui anch’io faccio parte e che ha già vissuto alcuni interessanti incontri – e dagli Uffici di Curia mentre il secondo viene seguito dalle Parrocchie. Queste ultime sono altresì impegnate, a seguito di una mia lettera, nell’elaborazione di un dossier capace di offrire una fotografia dell’esistente e proposte pastorali il più possibile adeguate a cogliere e a vivere al meglio le opportunità di evangelizzazione del tempo presente. Qui come in altre Diocesi non mancano scettiscismo e resistenze variamente motivati: l’impegno ad analizzare senza pregiudizi tali motivi si affianca all’impegno di continuare il cammino intrapreso, certi che si tratta di un cammino buono perchè ispirato e sostenuto dallo Spirito».

«Nella tre giorni del Clero a Marina di Massa abbiamo riflettuto sull’Es. ap. Amoris laetitia e abbiamo deciso di impostare l’intero anno pastorale sull’approfondimento di tale importante, innovativo documento e così sta avvenendo».

«Il pellegrinaggio dei cresimati a Roma ha visto la partecipazione di più di 200 giovani: abbiamo trascorso tre giorni in gioiosa compagnia, abbiamo con grande attenzione ascoltato coinvolgenti testimonianze, abbiamo celebrato Messa in San Pietro, abbiamo incontrato il Santo Padre, tutto in un clima di amicizia e di festa: bellissimo!»

«A Lourdes, prendendoci cura delle persone ammalate, abbiamo ancora una volta toccato con mano la fragilità della nostra carne, esperienza rivissuta specialmente in occasione delle visite negli Ospedali e nelle Case di soggiorno per anziani: ecco, proprio pochi giorni fa abbiamo fatto memoria di Dio che nella pienezza dei tempi ha assunto questa nostra fragile carne e che continua a rendersi incontrabile attraverso la fragile carne del nostro prossimo a condizione che ci comportiamo come il buon samaritano: vedere, provare compassione, farsi vicino, prendersi cura».

«Nell’incontro con i dirigenti scolastici ci si è soffermati prevalentemente sui nefasti effetti causati dalla pandemia in non pochi ragazzi, sul clima di gioia prodotto dalla ripresa delle lezioni in presenza e sul fatto che quando un ragazzo si sente accolto, non giudicato, guardato con simpatia dall’insegnante; quando ad un ragazzo la materia scolastica (quale che essa sia) viene trasmessa con competenza e passione, beh quel ragazzo non mancherà prima o poi di confìdarsi e di corrispondere in modo costruttivo. Quello di cui hanno bisogno i ragazzi – anche questo è emerso durante l’incontro – è di genitori, di insegnanti, di educatori e di pastori maturi, che sappiano essere veri maestri di vita e aiutino a credere al futuro».

«Nello scambio di auguri con i Sindaci, questi hanno offerto un quadro a più voci della situazione socio-economica del territorio: l’ottimo andamento della stagione turistica; le cose belle che germogliano qua e là ma anche l’affanno di non poche imprese causato dall’aumento del costo delle utenze e delle materie prime; le preoccupanti problematiche connesse al superbonus 110%; l’aumento del numero di singoli e di famiglie che vivono in condizioni di povertà; il rischio che la crisi economico-finanziaria in corso esasperi ulteriormente una tendenza diffusa e cioè l’individualismo, il non sentirsi parte di una comunità».

«L’accoglienza degli Ucraini, curata da Caritas e dal Villaggio, è stato un modo concreto per esprimere la nostra solidarietà ad un grande popolo, vittima dell’invasione armata della Federazione russa, invasione che da mesi provoca morti, feriti, sofferenze fisiche e morali, devastazioni di ogni genere».

«Gli incontri con i carcerati è stata l’occasione per conoscere le storie che stanno dietro a tante azioni riprovevoli e per rinnovare il nostro impegno ad aiutare chi ha sbagliato – e giustamente sta scontando la relativa pena – a porre le basi per una vita diversa, per una vita vissuta all’insegna del bene che salva e non del male che distrugge».

«Sono stato una sera – ma mi riprometto di tornarci altre volte – a Casa Bruzzone dove ho condiviso la cena con le persone in difficoltà cui vengono offerti da Caritas un pasto caldo, un letto e una prima colazione, il tutto in un clima veramente familiare e in un ambiente ben curato».

«L’Anno colombaniano ci ha offerto l’opportunità di riflettere sulla vita, sugli scritti e sulle opere di San Colombano morto a Bobbio nel 615 e sulla presenza dei suoi monaci nel nostro territorio».

«L’introduzione della causa di beatificazione e canonizzazione di Albino Badinelli ucciso dai nazifascisti nel 1944 per molti di noi è stata l’occasione per iniziare ad approfondire la conoscenza di una figura che ha di che istruirci sul senso della vita».

«A questo lungo elenco di esperienze dal respiro diocesano, desidero aggiungere i tanti incontri con singole persone e con le comunità parrocchiali, specialmente in occasione di Cresime e Patronali: ascoltare il loro vissuto, le loro gioie e i loro dolori, le loro delusioni e le loro speranze aiuta a crescere in umanità, aiuta a diventare sempre più artigiani di fraternità e solidarietà, e di questo dono, ancora una volta, di tutto cuore ringrazio. Cari fratelli e sorelle, chiediamo al Signore di donarci luce e forza perché la nostra vita si nutra ogni giorno di benevolenza, rispetto, accoglienza, condivisione. Solo così sarà una vita capace di allontanare le tenebre del male sempre pronte a sopraffarci, solo così sarà una vita buona, vera, bella, una vita più forte della morte».

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