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Torrente Lavagna in secca, la protesta di Italia Nostra

L'associazione lamenta: "In estate il fiume è asciutto e in riviera riempiono le piscine"

Torrente Lavagna in secca, la protesta di Italia Nostra
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Il gruppo di minoranza del Comune di San Colombano Certenoli ha richiesto la convocazione straordinaria del Consiglio Comunale per l’approvazione di un ordine del giorno riguardante il problema del sistematico prosciugamento del torrente Lavagna durante la stagione estiva, chiedendo che il Consiglio sia aperto alla partecipazione di soggetti esterni interessati alla questione ed individuati nei Sindaci dei Comuni il cui il territorio è coinvolto nella medesima problematica, nonché in associazioni rappresentative degli interessi collettivi che subiscono un pregiudizio dal grave fenomeno, tra le quali Italia Nostra.

Sono proprio i membri di Italia Nostra a protestare per le modalità di convocazione del consiglio:  "La seduta straordinaria - lamentano - è stata convocata, con un brevissimo preavviso, per le ore 16 di lunedì prossimo 14 febbraio.

Attendiamo ora di essere invitati a partecipare: si tratta infatti di questione di rilevantissima importanza per i numerosi profili ambientali, paesaggistici, igienico-sanitari ed economici che coinvolge. Italia Nostra si auspica che i Comuni della Val Fontanabuona colgano l’occasione per far finalmente accendere i riflettori di tutte le istituzioni competenti e dell’opinione pubblica su una questione annosa e tuttavia non affrontata da ormai troppo tempo".

Fiume prosciugato per mesi

"Di fatto - prosegue Italia Nostra - nei mesi estivi, la “fiumana bella” è ridotta in secca per ben 7 chilometri senza che ne consegua alcuna contromisura: la fauna ittica (in gran parte si tratta di specie protette) muore, le attività agricole sono private di una vitale risorsa, i reflui urbani ed industriali divengono l’unico apporto d’acqua e sono scaricati direttamente su un letto asciutto che alimenta le stesse falde da cui è captata l’acqua per il consumo umano, il paesaggio riceve uno sfregio, l’habitat fluviale è pregiudicato… eppure nulla sembra accadere. Il territorio dell’entroterra sopporta tale peso e col suo sacrificio consente che la fervente vita estiva rivierasca continui con le stesse modalità di sempre: infatti nei periodi di secca nessun provvedimento limita l’uso dell’acqua nei comuni rivieraschi, sia che si tratti di bere o di annaffiare giardini e prati all’inglese, o di riempire piscine, tutto continua come se nulla fosse. Niente inoltre si sa sullo stato delle condotte che portano l’acqua in riviera, né si conoscono le quantità d’acqua prelevate ed i livelli di falda stagionalmente raggiunti.

Ci auguriamo - c0ncludono -  che sul problema venga fatta luce e sia fatta chiarezza sulle modalità di gestione del prelievo e su quanto viene (o non viene) fatto per salvaguardare il “deflusso minimo vitale”, così come previsto dalle norme nazionali ed comunitarie".