Coldiretti

Un’altra estate (quasi) senza sagre per i paesi

«Determinanti per rilanciare il turismo»

Un’altra estate (quasi) senza sagre  per i paesi
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Impossibile nascondersi dietro a un dito: quest’anno il via libera alle sagre c’è, ma tra green pass, divieto di assembramenti e quel pizzico di timore ha fatto sì che molti paesi non se la sentissero di organizzare comunque la tradizionale festa del paese. Alcuni paesi si sono organizzati invitando cantanti (per fare un nome su tutti Omar Codazzi) nei ristoranti e ricreando così l’atmosfera della sagra ma senza il ballo.
«Le sagre sono un’opportunità importante soprattutto in quei territori dove si sta tornando alla normalità per sostenere – spiega Coldiretti – la ripresa delle attività economiche ma anche per contribuire in modo determinante al turismo di prossimità per la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane alleggerendo gli affollamenti nei luoghi turistici più battuti, dal mare e nelle città d’arte».
«Sagre, fiere e mercati di paese in Italia sono dedicate a ricorrenze storiche o religiose, ma soprattutto a prodotti tipici dell’enogastronomia locale che sono molto spesso al centro dei festeggiamenti che si concentrano in primavera, estate ed autunno. Un momento conviviale alternativo che riguarda più spesso le aree interne meno battute dove si va a guardare, curiosare fra le bancarelle e magari anche acquistare qualcosa, spesso prodotti del territorio». Nei giorni scorsi a Rezzoaglio, precisamente a Cabanne, avrebbe dovuto tenersi la celebre sagra del minestrone che ogni anno richiama migliaia di persone in Val d’Aveto e che quest’anno, nonostante le voci insistenti, non si svolgerà. «Confidiamo nel 2022», questa è la frase di tanti organizzatori che hanno dovuto rinunciare anche quest’anno alla tradizione.

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