L’accusa

USB denuncia disagi e mancato rispetto degli accordi sul capolinea di Chiavari

A un anno dallo spostamento, il sindacato muove critiche ad Amministrazione e Amt per la gestione della sicurezza e l’aumento dei costi

USB denuncia disagi e mancato rispetto degli accordi sul capolinea di Chiavari
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Unione Sindacale di Base (USB) muove aspre critiche alla gestione del capolinea di Chiavari, a un anno dal suo spostamento, evidenziando una serie di problemi che, secondo il sindacato, non sono stati risolti.

Le accuse

«A distanza di un anno dallo spostamento del capolinea di Chiavari non solo non sono stati rispettati gli accordi presi ma i problemi proliferano eppure questa amministrazione è solo capace a dare colpe a chiunque (ferrovie, belle arti, città metropolitana) ed a invocare norme e piani (pums, peba ecc ecc). Ma se era tutto così complicato il da farsi, perché tutta sta fretta di spostare un capolinea funzionale?!

I lavori in piazza Nostra Signora dell’Orto? A parte i 39 posti moto tutto il resto è il vuoto cosmico. Per la sicurezza non si muove un dito, in piazza Nassiriya auto e moto sfrecciano nella zona di carico/scarico passeggeri (corriere e moto sono nella zona adibita a punto di raccolta in caso di evacuazione del plesso scolastico, toc toc, vigili del fuoco). In piazza Roma situazione insostenibile, l’adeguamento delle fermate neanche in fotografia (andrebbero riviste TUTTE le fermate cittadine che non rispettano nemmeno i requisiti minimi per essere considerate tali). In compenso, la sosta selvaggia delle auto rende sempre più complicata la salita e discesa delle carrozzine disabili e delle persone anziane, su fermate che la dicitura “abilitata” o “consigliata” probabilmente è stata messa da Enrico la talpa (cecati totali). Consulta regionale disabili, dove sei? Batti un colpo?

Tutte queste problematiche, che sono evidenti problemi di sicurezza per utenti e lavoratori, a suo tempo da noi di USB erano stati segnalati direttamente al prefetto. Forse è il caso di segnalare nuovamente affinché le istituzioni si prendano le proprie responsabilità.

A questo punto anche AMT ha delle chiare responsabilità, poiché non prende una posizione, ignora colpevolmente le varie segnalazioni di lavoratori RLS e organizzazioni sindacali, e lascia fare a queste amministrazioni che con le loro decisioni fanno spendere all’azienda, solo di carburante, oltre 100mila euro annui (stima molto al ribasso), diretta conseguenza dell’allungamento chilometrico delle linee (703, 731, 712, 711, 715). Stima effettuata solo considerando il servizio da lunedì a sabato e senza contare percorrenze e tempi di guida che gravano ulteriormente sui costi.

Ma nonostante tutto, noi siamo disponibili per trovare soluzioni immediate (perché ci sono e sono molteplici, alcune anche a costo zero per azienda e comune).

Ecco, a distanza di un anno possiamo affermare che l’idea di spostare il capolinea è una corazzata Potëmkin».

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