Rapallo

Villa Riva in vendita. L’operazione può davvero sussistere?

Apertura delle buste il prossimo 16 maggio. Base d’asta 1 milione 381mila euro

Villa Riva in vendita. L’operazione può davvero sussistere?
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Possono essere sufficienti 551 metri quadrati per realizzare un nuovo albergo? L’interrogativo è d’obbligo dal momento in cui dovrebbe essere questa la principale destinazione d’uso futura di villa Riva. A sancirlo è lo stesso Ministero per i Beni Culturali che - nell’atto di autorizzazione alla vendita dell’immobile emesso su richiesta del Comune - prescrive perentoriamente che «il bene sia utilizzato per funzioni pubbliche, o turistico-ricettive, o comunque funzioni che ne consentano la massima fruizione pubblica». Non solo la villa, ma anche il parco e la darsena a mare dovranno permanere ad uso pubblico. La villa non potrà inoltre essere frazionata in quanto dovrà essere conservata nella sua interezza. Esclusa categoricamente anche la possibilità di realizzarvi abitazioni o comunque un uso abitativo che non è contemplato né dai vincoli ministeriali né dalle attuali norme urbanistiche comunali. Ebbene, pur incassando il dissenso interno di Mentore Campodonico (contrario all’alienazione - ndr) l’amministrazione ha approvato la vendita della storica villa di via Avenaggi che fu acquistata dal Comune di Rapallo nel 1971 per riunificare un complesso unitario con l’attigua villa Porticciolo, già acquisita al patrimonio pubblico nel 1949.
Per conoscere il nuovo acquirente dell’immobile occorrerà attendere la mattina del 16 maggio, quando in Comune sarà formalmente espletata l’asta per l’aggiudicazione. I potenziali acquirenti dovranno però far pervenire le loro offerte entro le ore 12 del 12 maggio secondo le modalità formulate nel bando pubblicato all’albo pretorio comunale. La base d’asta è stata determinata in poco più di 1 milione e 381 mila euro. Altrettanto onerosa, in base alle stime, dovrebbero essere i costi di ristrutturazione. Diventa così inevitabile chiedersi se l’operazione alberghiera (o comunque turistico-ricettiva) possa essere economicamente sostenibile e se l’immobile, da solo, possa garantire quegli standard sempre più elevati oggi richiesti dal competitivo mercato turistico.

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