Adele, l'assoluzione dell'amico: la droga fu acquistata dal gruppo

Le motivazioni della sentenza di assoluzione per Gabriele Rigotti, che potrebbe influenzare il processo analogo a Sergio Bernardin: ma resta l'omissione di soccorso

Adele, l'assoluzione dell'amico: la droga fu acquistata dal gruppo
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Assolto Gabriele Rigotti per la morte di Adele De Vincenzi, le motivazioni della sentenza.

Acquisto di gruppo

Sono riferite oggi sulle pagine del Secolo XIX le motivazioni della sentenza di assoluzione del 5 febbraio scorso per Gabriele Rigotti, l'amico di Adele De Vincenzi accusato - come il fidanzato di lei - di averne causato la morte per overdose di mdma. Nessuna grande sorpresa, la motivazione era parsa chiara sin dall'inizio: i ragazzi secondo il giudice avrebbero acquistato la droga in gruppo, sia nell'idea che anche nella compartecipazione economica, dunque Rigotti non può ritenersi responsabile della morte come conseguenza di altro reato (cioè lo spaccio, che da parte sua non vi è stato).

L'influenza sul processo a Bernardin

La sentenza di assoluzione peserà come un macigno sul procedimento parallelo che vede imputato con le stesse accuse l'allora fidanzato di Adele, Sergio Bernardin, che a differenza di Rigotti ha scelto il rito ordinario e affronterà un processo con tempi più lunghi. Certo, vi è spazio per interpretazioni, ma è presumibile che la sentenza per l'uno non si possa porre in contrasto con quella per l'altro.

Omissione di soccorso

La morte di Adele potrebbe restare dunque senza un "colpevole", se non lei stessa per la sua imprudenza e per un tragico errore la cui responsabilità ella stessa aveva condiviso con i suoi amici. Cosa che potrebbe non piacere, ma quello che dovrebbe contare ben di più - e che incredibilmente era stato dimenticato da gran parte della stampa negli scorsi mesi - è che ben più grave dell'esatta dinamica con cui un gruppo di ragazzi si è procurato della droga senza che nessuno sia stato costretto, appariva il fatto che quando una di loro si è sentita male, e poi è morta, questi hanno evitato di soccorrerla ed anzi avrebbero cercato di impedire che i soccorsi venissero allertati. Forse spaventati per le conseguenze che li avrebbero attesi, certo, ma questa sì una responsabilità individuale pesante, evidente, e pure ben più infame di un tragico errore di gioventù. E infatti ciò che forse più conta è che dopo la sentenza di assoluzione il giudice abbia rimandato gli atti in Procura, affinché Rigotti venga processato per omissione di soccorso. E allora lì la musica potrebbe cambiare.

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