La situazione è grave ma non è seria

Bassetti e quell'imbarazzante selfie con la mascherina al contrario

L'ironia sui social: «Lui lavora con le malattie infettive, si vede subito». Lui: «Invece di lavorare passano la vita a criticare il prossimo in maniera solo distruttiva».

Bassetti e quell'imbarazzante selfie con la mascherina al contrario
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Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive al San Martino di Genova, è sempre più nell'occhio del ciclone. È del resto il prezzo da pagare quando ci si getta nell'esposizione mediatica. E se, naturalmente, la vera bufera che lo riguarda è in merito alle sue dichiarazioni estive che davano per "morto" il virus e per "catastrofisti" coloro che predicavano più cautela in vista della prevedibile seconda ondata autunnale, ieri a riportare l'infettivologo sulle bacheche di molti utenti social sono stati gli sfottò per un suo decisamente infelice selfie in corsia... con la mascherina indossata al contrario.

Bassetti e quell'imbarazzante selfie con la mascherina al contrario

Già, perché se in più di un'occasione Bassetti, nel discutere anche molto animatamente con l'altro fronte meno "ottimista" degli esperti ha spesso usato, a rafforzamento della propria posizione, il fatto di lavorare in corsia, a contatto coi pazienti, e dunque di non parlare solo sulla base di numeri e statistiche, ora l'ironia suscitata da quel selfie va a picchiare proprio lì: «Lui lavora con le malattie infettive, si vede subito. Mette la mascherina al contrario, camicia e cravatta. E si fa il selfie. Bella la vita»: questo, un esempio fra i tanti, è stato il commento al vetriolo di Salvo di Grazia, medico divulgatore e storico debunker. Nella foto postata da Bassetti, infatti, il medico del San Martino indossa una FFP2 al contrario, con il lato superiore - quello provvisto del ferretto per chiuderla attorno al naso, fondamentale a renderla efficace a bloccare i droplet in ingresso ed in uscita - portato sotto al mento. Insomma, le battute ironiche sul caso vanno a pungere proprio su quella retorica spesso usata dal medico genovese, mettendo in dubbio quanto davvero conosca "la corsia".

La replica di Bassetti non si è fatta attendere a lungo, ancora una volta accompagnata da un selfie (questa volta con la mascherina indossata correttamente), ed ancora una volta proprio con quel feticcio della "corsia" a premessa del tutto: «Qui in corsia si lavora in maniera dura da ormai molti giorni e può capitare che quando sostituisci la mascherina la metti al contrario - ha scritto sul suo profilo Facebook -  Qualcuno me lo ha fatto notare in maniera simpatica. C’è invece chi lo ha fatto in maniera stupida. Sono sempre gli stessi idioti. Chi invece di lavorare passa la vita a criticare il prossimo in maniera solo distruttiva. Qualcuno di questi scienziati ha anche detto che io perderei di autorevolezza con la maschera al contrario. Stiano tranquilli che la mascherina ffp2 funziona anche se è al contrario purché sia molto aderente, come io faccio sempre. Dispiace che incompetenti continuino a trattare una materia che ignorano e a voler insegnare agli esperti cosa fare. L’Italia ne è piena. E si può capire perché siamo a questo punto. Continuate così. Bravi».

Non l'ha presa benissimo, insomma. Ma diciamo la verità: i social ci hanno insegnato da anni che, su di essi, vedere delle semplici scuse o ammissioni d'errore è praticamente impossibile. Ma, tutto sommato, in questi mesi e di fronte a quello che sta accadendo in queste settimane, sono forse ben altre le vicende per cui si rimpiangono mancate scuse e si soffrono certi protagonismi, dall'una e dall'altra "parte". Magari, però, osiamo buttarla lì, con i morti ormai tornati ad oltre 100 al giorno e previsti per i 500 al giorno entro metà novembre: meno tempo in selfie e bisticci puerili da social network e più a testa bassa nel lavoro di salvare vite sarebbe chiedere troppo? Non siamo in un reality show. Ed è forse ora che certi medici tornino a fare i medici anziché le Ferragni in camice bianco.

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