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Bollette dell’acqua, arrivano i rimborsi

La battaglia vinta dalle associazioni

Bollette dell’acqua, arrivano i rimborsi
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Buone notizie per i cittadini dei Comuni di Casarza Ligure e Castiglione Chiavarese. Grazie alle sentenze collettive promosse da Assoconsum, associazione a tutela del consumatore, e Comitato Acqua Equa, sono centinaia gli utenti che stanno recuperando le somme versate per la depurazione dei reflui nelle bollette pagate ad Iren Acqua Tigullio Spa.

Bollette dell’acqua, arrivano i rimborsi

«Il servizio di depurazione è in carico a Iren, ma da anni i cittadini pagano per un servizio che in realtà non viene effettuato: l’impianto presente a Riva Trigoso non è un depuratore – spiegano l’avvocato Giulio Muzio, segretario regionale Assoconsum, e Gian Franco Scartabelli, presidente del Comitato Acqua Equa – . Il trattamento dei reflui deve avvenire attraverso una procedura specifica, e con un consistente abbattimento del carico inquinante, come stabilito dal Testo Unico per l’Ambiente». Le sentenze collettive vincenti, minicause che raggruppano da 3 a 5 utenti ciascuna, sono già una cinquantina, e riguardano anche parte dei cittadini che vivono a Sestri Levante: a Trigoso, Riva Trigoso, Santa Margherita di Fossa Lupara, Santa Vittoria, San Bartolomeo e nelle zone di via Tino Paggi, via Pontino, via Aurelia e Pestella. «Esiste una precisa normativa europea che impone l’adeguamento degli impianti, ma nè Iren, gestore della rete idrica, nè l’Atohanno provveduto. Ci saranno infrazioni da pagare, che verranno addebitate in bolletta ai cittadini – proseguono – . A ciò si sommano le ripercussioni sull’inquinamento marino, per via dei reflui scaricati in mare senza adeguato trattamento».

L'impianto di Portobello

E’ il caso dell’impianto di Portobello, alle spalle della Baia del Silenzio, anch’esso «sorvegliato speciale»: anche in questo caso sono state emesse le prime sentenze positive, poichè l’impianto, ormai obsoleto, andrebbe adeguato, se non quasi interamente ricostruito. «Un altro nostro obiettivo, oltre al recupero delle somme patrimoniali versate per un servizio non reso, è quello della salvaguardia dell’ambiente marino – aggiungono – . Vorremmo una revisione della Carta dei servizi dell’Ato genovese, che regola i rapporti tra utenti e gestore del servizio, affinchè i rapporti siano più trasparenti e volti ad una serie di traguardi: maggior efficacia della rete idrica, anche a livello di depurazione, rispetto agli oneri pagati in bolletta. Ad oggi è mancata proprio questa partecipazione».

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