la lettera

CaligoSuCamogli e il crollo del cimitero che ha sconvolto la città

Sono oramai passate tre settimane ed i parenti di chi era seppellito in quella parte del Cimitero non hanno ancora ricevuto risposte e non si danno pace.

CaligoSuCamogli e il crollo del cimitero che ha sconvolto la città
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Il neonato Comitato cittadino “CaligoSuCamogli – Lunedì 22.2.2021” costituito da familiari delle Salme coinvolte nel crollo di una porzione del Cimitero di Camogli ribadisce con forza l’entità del disastro che Lunedì 22 febbraio scorso ha sconvolto un’intera Comunità.

Lo sfogo di CaligoSuCamogli

Nei giorni scorsi è stato offerto un punto di vista suggestivo dell’evento, evocando l’immagine di un Capitano di Vascello che grazie al crollo del Cimitero, dopo essere riuscito ad evadere dal proprio sepolcro, sta navigando in cerca delle giuste correnti per attraversare lo Stretto di Gibilterra e risolcare l’Atlantico.

Con questa riflessione ci permettiamo di portare il punto di vista di chi non riesce purtroppo a trovare consolazione in questa chiave di lettura. Il 22 febbraio 2021, giorno settimanale di chiusura, poco dopo le 15:00 una parete del Cimitero di Camogli è crollata e numerosi feretri sono stati schiacciati dalle macerie o sono volati in mare.

Parlano di 320 bare ma non è ancora stata fornita una mappa della parete né una lista dei dispersi. Sono oramai passate tre settimane ed i parenti di chi era seppellito in quella parte del Cimitero non hanno ancora ricevuto risposte e non si danno pace.

Non sanno se i propri Cari giacciono sotto le rocce o in fondo al mare, se sono preda di uccelli o di pesci.

Corpi, resti e bare in condizioni sempre più precarie riaffiorano ogni giorno.

 

La disperazione dei parenti delle Salme travolte dal crollo risiede nella intima consapevolezza che i Morti si affidano ai vivi per la tutela e la protezione delle proprie Spoglie e della propria Memoria.

E’ per questo che nella nostra Società esistono i funerali, per questo i parenti allestiscono sepolture degne, scelgono le foto da mettere sulle lapidi e il colore del marmo, vi incidono i nomi e qualche volta frasi significative, fanno indossare ai defunti le vesti migliori, spesso depongono nelle bare
foto e ricordi della vita terrena, periodicamente si recano al Cimitero dove tra un lacrima, una preghiera ed un ricordo puliscono con cura il marmo e cambiano i fiori.

Gesti di vita quotidiana che consentono ai Morti di rivivere nel ricordo dei vivi e a chi resta di trarre da quelle visite e da quelle attenzioni, sollievo ed ispirazione.

Una Società che non si prende cura dei propri Morti non può definirsi tale.
L’incuria e la negligenza impediranno per sempre ad una parte significativa della Comunità di ripetere quei gesti che per molti sono parte del quotidiano ed un modo di preservare, custodire e tenere viva la memoria dei propri defunti.

Abbiamo tradito la fiducia dei nostri Cari e ci è ora negata la possibilità di accudirli, di ricordali e di ringraziarli per quello che hanno fatto per noi quando erano in vita. Solo il soffio dolce del Caligo li ha avvolti come ultimo gesto di compassione.

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