L'APPELLO

"Caro Draghi, io e miei colleghi distrutti e feriti nella dignità: non siamo invisibili"

Lettera aperta del 53enne barmanager Angelo Desimoni per sensibilizzare non solo il Governo, ma anche i cittadini sulla difficile situazione di tutto il settore

"Caro Draghi, io e miei colleghi distrutti e feriti nella dignità: non siamo invisibili"
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Un appello al presidente del consiglio Mario Draghi e ai ministri del Governo, per dire "Non siamo invisibili": è quello lanciato da Angelo Desimoni, 53 anni, chiavarese, barmanager, attivo da più di 35 anni nel campo della ristorazione e, come tanti colleghi, in forte difficoltà a causa del periodo in cui stiamo vivendo.

La lettera

"Caro presidente Draghi e cari ministri della sanità e del lavoro, mi chiamo Angelo, mi reputo goliardicamente un meno giovane di 53 anni , che ha dedicato 35 anni alla ristorazione partendo dalla gavetta, ho sposato questa professione più bella del mondo, mettendomi al servizio di chiunque volesse mangiare o bere.

Le scrivo, mi permetto di dire, a nome di tutti i colleghi d’Italia, gradirei riuscire a sensibilizzarvi per quelle che saranno le vostre iniziative e decisioni future.

Purtroppo, questa disgrazia a livello sanitario è paragonabile ad una guerra vera e propria, ma con un nemico infido silenzioso e micidiale, che ha ucciso tanti nostri cari e ne uccidere ancora, perché oltre che la salute ha minato le fondamenta del lavoro a livello globale, questa crisi ha destabilizzato tutti i settori, ma come voi ben sapete la filiera del settore turistico che vanta circa il 17% del PIL , con esso tutti coloro che ne fanno parte, siamo stati penalizzati in modo quasi irreversibile.

Noi lavoratori del settore e gli imprenditori del settore siamo ad un punto di non ritorno, migliaia di attività chiudono e chiuderanno a breve, e milioni di lavoratori come me, pare che siamo diventati invisibili ai vostri occhi, i giovani non trovano lavoro nel settore e quelli come me così detti babyboomer a causa di leggi e politiche del lavoro non adeguate, siamo vecchi per lavorare e giovani per la pensione. Non siamo tutelati e non abbiamo dei contratti che ci aiutino in questi casi di emergenza.

Io ormai ridotto ad essere lavoratore precario stagionale, con migliaia di colleghi non siamo tutelati, chi non è riuscito a fare la stagione 2020 ora è allo stremo senza uno sbocco ed una via d’uscita oltre che esausto e ferito nella propria dignità, alcuni di noi hanno dovuto aggrapparsi al RDC ma con 500€ o 300€ o 90€ non si va lontano in più ci si sente dei parassiti.

La costituzione dice che siamo una nazione fondata sul lavoro, ma alla veneranda età di 53 anni io come tanti umili lavoratori, ci chiediamo quale futuro avremo!

Molti colleghi con cui parlo tutti i giorni sono depressi avviliti, altri sono agli sgoccioli ed allo scadere della disoccupazione. Io mi reputo un po’ più fortunato non essendo sposato e non avendo figli, questo gravissimo se si arriva a dire di essere fortunati ad non avere figli, ma penso a chi ha uno o tre figli , al posto loro avrei gli incubi.

Io penso che durante una crisi chi governa deve dare tutto se stesso per trovare soluzioni ai problemi attuali, ma cercando di riorganizzare e ripensare tutta la struttura lavorativa nazionale per poter assicurare a tutti una ripartenza esplosiva.

I nostri nonni ci sono riusciti nel dopoguerra e hanno ricostruito un Italia di cui io ero orgoglioso di essere cittadino, anche se ne ho goduto marginalmente dei periodi belli, dato l’età, ma negli anni Ottanta novanta si stava abbastanza bene, ora professionista nel mio settore causa covid e crisi già in atto prima e l’età, io e moltissimi colleghi siamo veramente distrutti e feriti nella dignità.

Il grave della situazione presente e futura è che questo momento non finirà con le possibili aperture sino a che non sarà passata la paura, saremo sempre sotto scacco matto. Il tutto finirà quando la gente avrà ripreso fiducia e ricomincerà a viaggiare perché non colpa degli imprenditori che loro come noi vorrebbero ripartire subito, perché come noi sono allo stremo, ciò significa che voi rappresentanti di questo popolo allo stremo, avete il dovere e l’obbligo di trovare velocemente soluzioni per la ripartenza e cercare di creare nuove politiche del lavoro adeguate al momento epocale che dovremo affrontare, non dimenticando nessuno di noi e non discriminando per età sesso o colore religione, trovando una via giusta ed adeguata per dare a tutti la possibilità di guadagnarsi la tanto agognata pagnotta .

Ho sentito e sento molti imprenditori chiedere soldi a fondo perduto e ristori, ma nessuno che abbia parlato di noi semplici baristi camerieri cuochi e tutti noi che lavoriamo, ma capisco che se loro non guadagnano non possono pagare stipendi e tasse, per cui mi aspettavo che il governo creasse nuove politiche e iniziative del lavoro veloci ed adeguate per aiutarci, ma non sta succedendo.

Caro Presidente Draghi quale sarà il nostro futuro e delle nostre famiglie?
Io penso, forse da ignorante, che sia l’ora di rinunciare a un po’ di tasse e balzelli e di non sprecare risorse in iniziative mal congeniate, ma invece concentrarsi sui grandi evasori e su progetti produttivi e incentrati alla generazione di nuovi posti di lavoro, partendo dall’edilizia per arrivare alla vera e reale valorizzazione delle bellezze della nostra grande e stupenda nazione incentivando con progetti mirati, il turismo.

Oltre a questo chiedo a lei e al ministro del lavoro di creare nuove leggi improntate al reinserimento nel modo del lavoro, anche di noi diversamente giovani e nuove idee per tutelare le nuove generazioni, partendo proprio dal settore turismo ristorativo a cui appartengo orgogliosamente, ricordo ancora in giovinezza quando servivo personaggi come Mike Buongiorno o Grace Johons e politici dei tempi, pensando che un giorno sarebbe stato ancora meglio, perché avrei avuto più conoscenza e professionalità, invece ora sia pre covid ed ora ancora di più, non é così ma bensì peggio, ma ho ancora fiducia nel futuro infatti dedico il tempo ormai da anni ad una associazione per formare giovani leve che intraprendano la mia professione.

Spero veramente di essere riuscito a scuotere il suo cuore e di averle trasmesso la passione e l’amore che provo per il mio lavoro, al quale vorrei tornare, ci aiuti Presidente. Se lei e il governo non procederete velocemente con nuove leggi per il lavoro ed azioni più veloci ed efficaci contro il covid avrete sulla coscienza tante famiglie ed un settore importantissimo per la nazione.

Cordiali saluti e buon lavoro a tutto il governo, da un lavoratore stagionale precario del turismo".

Angelo Desimoni

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