Da Casarza a Barcellona a passo di tip - tap

Il giovane Alessio De Vincenzi a fine settembre è volato in Spagna con una borsa di studio in tasca

Da Casarza a Barcellona a passo di tip - tap
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Alla volta di Barcellona per diventare maestro di tip - tap, la storia di Alessio De Vincenzi.

Alessio De Vincenzi e il sogno a Barcellona

Dalla Val Petronio a Barcellona per inseguire il suo sogno: diventare maestro di tip tap. Il giovane Alessio De Vincenzi a fine settembre è volato in Spagna con una borsa di studio in tasca, che gli permetterà di frequentare per nove mesi una prestigiosa accademia internazionale di ballo, la «Escola Luthier de Dansa», insieme ad altri fortunati come lui provenienti da tutto il mondo. «Ballo da quando avevo 6 anni, adesso ne ho 21: ho iniziato il mio percorso alla scuola Master Ballet di Casarza Ligure dopo aver visto il saggio di danza jazz di una mia cugina. Sono rimasto folgorato e ho capito che nella vita volevo questo: diventare un maestro – commenta De Vincenzi -. Negli anni mi sono specializzato nel tip tap ed è grazie alla mia insegnante Sara Lavagna che mi trovo qui: è stata lei, lo scorso agosto, a iscrivere me e la mia compagna di ballo Irene Armanino ad una lezione aperta in occasione di uno stage a Chiavari con un famoso maestro spagnolo, con la possibilità di vincere una borsa di studio. Quando hanno annunciato i vincitori, ho scoperto di aver vinto una borsa individuale di nove mesi in Spagna e uno stage di una settimana in coppia a Reggio Calabria, che ci potrebbe permettere di volare fino a New York. Quando tornerò da Barcellona conto di partecipare subito». Una passione fortissima, un vero e proprio progetto di vita quello su cui il giovane casarzese si è lanciato a capofitto. «Dopo la maturità mi sono buttato a tempo pieno sulla danza. Devo ringraziare la mia famiglia, i miei compagni di ballo e tutta la scuola: mi stanno sostenendo tantissimo – aggiunge il ballerino -. Mi spiace un po’ non essere con loro, non ho mai saltato un saggio in questi anni. Sono certo che mi mancheranno molto: più che una squadra siamo sempre stati una famiglia, nonostante le diverse età e discipline». Alla scuola Luthier si respira aria internazionale: a lezione si parla inglese, e al di fuori lo spagnolo. «Sono certo che per me questa esperienza rappresenterà un importante momento di crescita, sia sul piano della danza che su quello personale».

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