Caso Casarza: frattura fra Anpi e Partigiani Cristiani

Sulla polemica per la bocciatura della «mozione antifascista» a Casarza Ligure interviene anche l'ANPC: in difesa della scelta di Muzio e Stagnaro, ed attacca il comportamento dell'ANPI, accusato di «scarso rispetto delle istituzioni e regole democratiche»

Caso Casarza: frattura fra Anpi e Partigiani Cristiani
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Mozione antifascista respinta a Casarza: non tutti i partigiani sono concordi nel criticare la scelta di Muzio e Stagnaro.

«La Resistenza non è monopolio di una sola parte politica»

Sul caso del consiglio comunale di Casarza Ligure, dove è stata respinta la mozione «antifascista» analoga a quella, ormai celeberrima, sestrese (ma ne è poi stata approvata una diversa, all'unanimità) interviene anche l'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, che critica l'atteggiamento dei "cugini" dell'ANPI che, per protesta nei confronti della bocciatura hanno abbandonato la sala di consiglio.

L'ANPC di Sestri-Tigullio sostiene che «Le polemiche suscitate dalla mancata approvazione della mozione da parte del consiglio comunale di Casarza Ligure dimostrino la fondatezza delle preoccupazioni già espresse in merito all'(ab)uso in chiave elettorale dell’antifascismo». La scelta dei militanti ANPI di Casarza di abbandonare l'aula «senza nemmeno attendere di ascoltare le ragioni della maggioranza», per l'ANPC non solo «contribuisce a trasmettere la falsa idea che la Resistenza sia esclusivo monopolio di una sola parte politica, anziché un patrimonio comune di tutti coloro che si riconoscono nei valori della lotta di Liberazione», ma addirittura «denota uno scarso rispetto delle istituzioni repubblicane e una modesta conoscenza delle basilari regole democratiche».

Secondo l'ANPC, dunque, tutto è riconducibile a «una strumentalizzazione politica, che finisce inevitabilmente per rendere un cattivo servizio al sacrificio dei partigiani».

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