Caso Nada Cella, depositato il ricorso contro il proscioglimento di Annalucia Cecere
Il pm Dotto lo ha depositato nella giornata di ieri
Il caso di Nada Cella resta un cold case, con ancora molti interrogativi a cui trovare risposta.
Il pubblico ministero Gabriella Dotto ha depositato nella giornata di ieri, venerdì 5 aprile, il ricorso contro il proscioglimento di Annalucia Cecere accusata di avere ucciso nel 1996 l’impiegata Nada Cella in un ufficio di via Marsala a Chiavari. Tra le motivazioni: "ripetute omissioni", "erronee valutazioni giuridiche" e "plurimi travisamenti".
Il ricorso
Secondo la Procura a ucciderla sarebbe stata Cecere per gelosia mentre Soracco e la madre Marisa Bacchioni avrebbero sempre saputo chi fosse l'assassina e avrebbero mentito agli investigatori. Il giudice a inizio marzo ha prosciolto tutti e tre spiegando che quelli portati dalla Procura sarebbero solo sospetti e non indizi.
Per la pm, però, la sentenza di proscioglimento presenta "plurimi travisamenti nell'esame delle prove e dei fatti che inevitabilmente sviliscono la complessità della indagine".
Il primo travisamento "riposa sulla supposizione dell'esistenza di una reale (e completa) attività di indagine sul conto della Cecere effettuata fin dal 1996 essendo stato invece accertato che non sarebbe stato possibile svolgere alcuna attività". A partire dal datore di lavoro della sospettata che non venne sentito e identificato all'epoca ma solo con l'ultima indagine.
Viene definito falso l'argomento della differenza tra il bottone trovato sotto il corpo di Nada e quelli trovati a casa dell'ex insegnante. E, ancora, non sarebbe stato valorizzato il motorino i cui pezzi di plastica vennero cambiati nei mesi successivi al delitto. E poi le varie dichiarazioni dei testimoni le cui dichiarazioni sarebbero state sminuite.