Caso Nada Cella, il Dna non aiuta le indagini
La procura non lascia trapelare alcuna informazione
Le analisi sui reperti ritrovati a casa di Anna Lucia Cecere, la donna accusata di aver ucciso Nada Cella, la segretaria chiavarese nel maggio 1996 per gelosia, elaborate dal genetista Emiliano Giardina e depositate nei giorni scorsi non sembrano essere utili alle indagini. Nemmeno il dna sembra risolvere il cold case di via Marsala a Chiavari.
Lo sconforto di Silvana Smaniotto, madre di Nada Cella
Demoralizzata e stanca, dopo 27 anni di lotta per smascherare l'assassino di sua figlia, la madre di Nada Cella, uccisa il 6 maggio 1996, all'ennesimo "buco nell'acqua" delle indagini è presa dallo sconforto.
I test hanno coinvolto in particolare il motorino utilizzato allora da Anna Lucia Cecere, ma non vi sono risultati incoraggianti. Il genetista ha consegnato con quasi un anno di ritardo gli esiti degli esami, ma non avrebbe trovato alcuna prova determinante. Si ipotizza qualche indizio scientifico, ma non abbastanza per incastrare la sospettata.
La procura non lascia trapelare informazioni. Questo silenzio potrebbe avere una duplice interpretazione: potrebbe essere giustificato dalla necessità di nascondere qualche notizia importante che potrebbe dare, dopo 37 anni, la svolta decisiva al caso.