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Caso Nada Cella, l’assassina confessò tutto al prete delle Saline?

Svolta nelle indagini: spuntano le intercettazioni dell'epoca dei fatti

Caso Nada Cella, l’assassina confessò tutto al prete delle Saline?
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Proseguono le indagini sul caso Nada Cella, clamorosamente riaperto grazie alla criminologa Antonella Delfino Pesce che ha riportato al centro dell'attenzione Annalucia Cecere, conoscente di Marco Soracco e di Cella, indagata all'epoca dei fatti e ora nuovamente per l'omicidio della giovane segretaria chiavarese.

La confessione

La pista della Procura torna in questi giorni ad analizzare ogni riga degli atti delle indagini del 1996, anche quelli che allora non permisero di aprire alcuna pista utile. Fra gli altri, le dichiarazioni dell'epoca di Marisa Bacchioni, madre del commercialista Soracco, fervente religiosa, che avrebbe confidato ad un'amica di essere venuta a conoscenza che l'assassina di Cella, una ragazza, si sarebbe confessata auto-accusandosi al "prete delle Saline". Sull'intercettazione è tornata anche la nota trasmissione televisiva Chi l'ha visto nella puntata di mercoledì 1° dicembre in un lungo servizio.

L'istituto

Potrebbe essere una ricostruzione verosimile se la ragazza di cui parla Bacchioni fosse proprio la giovane Cecere, invaghita, a detta dei conoscenti, del commercialista Soracco. Cecere era stata ospite da adolescente della struttura per minori "Carità e lavoro" di salita Bacezza, a pochi metri della chiesa delle Saline dove l'assassina avrebbe depositato la sua confessione. E il prete delle Saline di allora, oggi arciprete emerito di Lavagna, don Stefano Queirolo, 79 anni, potrebbe effettivamente aver raccolto la confessione della giovane, essendo il parroco dell'istituto Carità e Lavoro. Tuttavia, il segreto confessionale gli impedirebbe di rivelare alcunché. Ad oggi, si attendono i risultati dei rilievi sul motorino di Cecere, effettuati da Emiliano Giardina, per verificare la presenza di tracce di sangue e di Dna compatibili con quelli della scena del delitto.

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